SERGIO BRUNO, LA MUSICA E IL DINOSAURO KODY

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“La corruzione dell’Io, la corrente delle mode, le crisi, sembrano non riuscire a scalfirla. L’arte, in tutte le sue forme regge agli urti della vita come solida colonna nei labirinti del nostro essere. La musica che è linguaggio universale abbatte i limiti razziali, ridicolizza gli stereotipi, passa nei luoghi comuni come brezza di vento e modella il tuo pensiero. Per qualcuno è fuga dal mondo, per qualcun altro è pace dei sensi, per tanti altri come me è professione e ragione di vita. Giocare con le parole, con i sogni, con le virtù, è quello che mi riesce meglio. Eterno Peter Pan ed eremita del tempo andato. Mi piace essere definito tale. Perchè, in fondo, la vita è tutto un gioco ed è bello raccontarla. Perchè scrivere è la forma più nobile del pensiero, perchè donare se stesso, attraverso canzoni, poesie e favole, arricchisce e ti arricchisce… Questo sono io, colui che dal buio trae la luce, che dalle sue ombre genera sfumature e bagliori. La parte divertente è proprio questa. Donare una veste nuova ad ogni situazione, guardare anche oltre il limite stesso della realtà”. Sergio Bruno

Sergio Bruno nasce a Pompei (NA) il 23 Luglio 1984.

Sin da bambino si dedica allo studio della musica. All’età di 8 anni si avvia agli studi del pianoforte. A 15 anni scrive il suo primo inedito e comincia a dedicarsi alla scrittura e alla composizione.

All’età di 16 anni comincia a studiare canto sotto la guida del soprano Mariella Bozzaotre.
Autodidatta nello studio della chitarra classica.
Partecipa a vari concorsi musicali, tra cui un festival bolognese dedicato alla musica cantautoriale nuova, vincendo un riconoscimento come “Miglior testo originale”.
Negli anni si dedicherà completamente alla musica in tutte le sue forme.
Attualmente musicista, arrangiatore e paroliere. Cantante presso “The Usher -Lucio Battisti tribute band-“

“…poi un giorno, una voce tanto cara e amica, mi parlò della sua creatura… Di un mondo fatto di dinosuri, musica e sogni dorati…. Così la mano afferrò la penna, incise su carta sbiadita il desiderio di regalare un sorriso a creature speciali, raccontò di laghi incantati e di una musica che coltivata in un cuore grande, riuscì a cambiar le sorti di un animo nobile, non sempre compreso, nascosto al guardo degli esseri comuni…”

“IL DINOSAURO KODY E L’ARMONICA”small_SERGIOBRUNO
Nel tempo dei laghi incantati, viveva un piccolo dinosauro di nome Kody.
Essendo molto grosso, faceva spavento a tutte le altre creature della foresta.
Kody amava passeggiare tra gli alberi, ammirare le bellezze della natura, respirare il profumo dei prati fioriti e soprattutto sfamare il suo grande pancione con i dolci e colorati frutti che amava raccogliere. Purtroppo, però, si ritrovava sempre solo. Non aveva amici con cui giocare. La sua mole, terrorizzava qualunque creatura lui incontrasse per strada. Un giorno raccolse delle bacche preistoriche, coloratissime e squisite, e le lasciò fuori la sua tana, per far si che, chi le vedesse, potesse raccoglierne un pò e mangiarne. Ma, all’indomani, le bacche eran rimaste li…
Triste prese le bacche e si diresse al fiume, per gettarle via… 
Arrivato al fiume, e in procinto di gettar via i preziosi frutti, udì una dolce e soave melodia.
Adagiato su una foglia, c’era un folletto con la sua armonica.
Kody preso dalla rabbia e dall’inquietudine, scagliò una manciata di bacche in direzione della foglia.
Ma d’improvviso la musica si interruppe e con essa anche la visione di quella piccola creatura. 
Il piccolo grande dinosauro restò fermo un attimo. Quando, all’improvviso, udì una voce minuta e dolce che gli sussurrò: “Hey tu, giovane dinosauro! Cosa credevi di fare? Credevi che gettando via i preziosi frutti della terra, avresti cambiato la tua sorte? Credevi che lasciando spazio all’ira, avresti risolto i tuoi problemi?”
Kody, impaurito, chiese: ” Chi sei? Cosa ne sai tu di quello che è giusto fare? Chi credi di essere?”
A quel punto il folletto riapparve adagiato sulla foglia e disse: “Io sono Sol, il folletto portatore di armonia. Qualcuno mi chiama “Coscienza”, qualcun altro “Io”. Posso dirti soltanto una cosa, se continuerai a dar spazio alla tristezza e allo sconforto, nessuno si avvicinerà a te. La tristezza ti ha portato alla resa! E la resa è l’abbandono della battaglia! Soltanto un cuore forte, coraggioso e che non molla mai riesce nei propri intenti!
Il gesto che hai fatto, quando hai lasciato le bacche fuori la tua tana, è un gesto bellissimo. E se non ha ancora portato risultati, vuol dire che devi fare di più!”
Kody rispose: “Sono stanco! Son stufo di ritrovarmi solo! Non mi piace che gli altri non capiscano la mia bontà!
Non ho mai fatto nulla di male per spaventarli e per essere trattato così! Ho un gran cuore io!”
“Bravo!” rispose il folletto. “Proprio perchè hai un cuore grande, devi donarlo agli altri! Devi dimostrarlo agli altri! Ma per far questo devi credere in te stesso! La volontà è quella che fa la differenza! Il non arrenderti davanti al primo ostacolo!!!”
A quel punto, Kody sorrise. Si avvicinò al cesto della frutta e raccolse una bacca.
La donò al folletto Sol, e lo ringraziò di cuore. Sol in cambio donò lui l’armonica.
Kody aveva riacquistato la fiducia in se stesso!
Tornò fiero alla sua tana con la sua preziosa armonica e nel cuore tanta determinazione.
La sera stessa, raccolse tante bacche, e le dispose fuori la sua tana.
Cominciò a suonare il magico strumento, e d’improvviso centinaia di animali accorserò.
Tutti insieme mangiarono le bacche e ballarono tutta la notte!
Da allora Kody non fu più solo e nella foresta regnò per sempre l’armonia.

di SERGIO BRUNO

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