Max Laudadio: autore di alcuni programmi per Disney Channel, conduttore radiofonico, inviato per ‘Le Iene’ e per ‘Striscia la notizia’, conduttore di ‘Striscia la domenica’, attore teatrale, cantante e percussionista.
Chi è Max Laudadio?
E’ una persona che sogna, che fortunatamente vive di sogni, quindi tenta di fare tutto quello che gli piace fare, ho avuto la fortuna e poi me lo hanno fatto fare, quindi principalmente è questo e credo che sia la base proprio: una persona che sogna.
Qualche anno fa Max Laudadio si trasferisce da Milano a Varese.
Sei una persona che vuole vivere la natura, ma come si vive in mezzo alla natura, oltre che a ‘bene’?
Mi sono trasferito per un cambio radicale di vita, parto da questo presupposto. Dopo 15 anni di Milano che ho vissuto con la massima volontà di viverla, arrivi da ragazzino con il desiderio di fare tanti lavori, riesci a farli e poi dopo però ti accorgi che hai bisogno di rallentare i ritmo, quindi ho avuto una figlia e con la moglie e la figlia abbiamo deciso di trasferirci qua.
La passione per la natura invece è una passione che ho da sempre, perché ho sempre scelto di trascorrere le vacanze immerso nella natura, zaino in spalla, ci siamo girati tanti paesi, dal Botswana alla Namibia a piedi, e quando sono arrivato qua ho visto che la natura mi ripagava di quello che io stavo cercando. E’ un’emozione grande, a me piace stare qua, mi piace non vivere in mezzo alla gente, mi piace rifugiarmi a casa, mi piace star qui a fare le mie cose, e quando hai un contorno così bello, secondo me diventi anche più sereno, mentre la città ti lacera e, forse proprio perché continuo a lavorare in un meccanismo che chiede tanta energia, che chiede tanto da te, quando poi torno a casa tiro un sospiro di sollievo.
Quindi devo solo ringraziarla la natura.
Max Laudadio prende a cuore il Monte Poncione, una delle cinque vette del Parco PLIS (denominato appunto “Parco delle Cinque Vette”).
C’è una petizione e nasce l’Associazione ON che ti vede socio onorario.
Per quale motivo c’è stata la necessità di questa petizione che fa nascere l’Associazione ON?
C’è un passaggio un po’ diverso nella realtà.
Quando mi sono trasferito ho iniziato a camminare in mezzo ai boschi, a camminare nelle nostre valli e mi sono accorto che ci sono dei posti meravigliosi, io amavo il Trentino oltre ogni altra cosa, e mi sono accorto che qua ci sono dei posti altrettanto belli. La differenza tra il Trentino e qui è che il Trentino rende i propri boschi e le proprie montagne elemento principale su cui basare il turismo, la vita delle persone, e qua invece si parla di natura dal punto di vista politico, mediatico e comunicativo, ma poi concretamente si fa poco. A quel punto ho fatto una petizione per far sì che nascesse il PLIS DELLE CINQUE VETTE perché vivendo sotto il Monte Poncione, che in cima ha una delle viste più belle che io abbia mai visto, mi sono chiesto: “Perché la gente non lo conosce? Perché nessuno fa niente per far sì che possa tornare la natura com’era?” Le leggi sono ‘così’, campate in aria, tutelano la natura, ma non la tutelano, ognuno fa ciò che vuole, tagli, non tagli, motociclisti dentro… un disastro.
A quel punto ho detto: “Se noi riusciamo prima a creare uno spazio, un contenitore, dove poter poi lavorare per far sì che questo possa ritornare ad essere un posto meraviglioso come lo era forse 50 anni fa, allora forse riusciamo a far qualcosa…”
La petizione mi ha dato una soddisfazione immensa perché ci sono state 2.200 firme in pochissimo tempo, ma la cosa meravigliosa è che tutti gli esercizi commerciali del posto e dei paesi vicini hanno aderito a questa petizione, hanno preso i fogli e hanno raccolto le firme per me. Io andavo personalmente a consegnare il foglio delle firme, poi, dopo la costituzione del PLIS che è stata un po’ obbligatoria per i Comuni che si sono trovati in mezzo a questa cosa, un po’ per farmi star zitto perché continuavo a rompere i ‘coglioni’ come sempre…hanno detto: “Va bene! Facciamo questo PLIS DELLE CINQUE VETTE!”
Però poi c’è il passaggio successivo, questo PLIS DELLE CINQUE VETTE va rimesso a posto, bisogna riportare la flora e la fauna com’erano, per far questo serve un progetto, servono soldi, servono volontari che ci lavorino. Io e mia moglie, che abbiamo da sempre avuto parallelamente al mio lavoro una società di eventi che si occupava di grandi eventi in Italia, abbiamo deciso di chiudere completamente la società di eventi e di far questo per beneficenza, a scopo di volontariato.
Quindi nasce l’ ‘ASSOCIAZIONE ON’.
Con l’Associazione ON abbiamo iniziato piano piano a fare dell’attività e abbiamo pensato che si dovesse partire dalla base. La base era ripuliamo il posto e quindi è nato il primo progetto di‘Spazzatura Chilometrica’. Poi abbiamo detto: “Ora bisogna rimetterlo a posto!”, quindi è nato il progetto del ‘IL SENTIERO DEI MESSAGGI’. Che cos’è? Semplicemente abbiamo delineato dei sentieri all’interno del ‘Plis delle Cinque Vette’. I Comuni hanno definito cinque percorsi e noi abbiamo deciso di rimetterglieli a posto.
E poi abbiamo detto: “Però poi va vissuto!”, quindi dopo aver rimesso a posto tutto via via bisogna farli anche vivere, quindi abbiamo organizzato una serie di eventi che verranno fatti all’interno di questo ‘Plis delle Cinque Vette’.
Perché solo dentro il PLIS DELLE CINQUE VETTE?
Perché il progetto è assolutamente presuntuoso, perché vuole diventare un modello che possa essere esportabile. Se noi facciamo capire che i soldi vengono dati dalle aziende private, il lavoro viene fatto dai volontari che si associano all’ASSOCIAZIONE ON dando tre giorni di lavoro gratuito in un anno, abbiamo quello che serve per rimettere a posto tutto. Considera che abbiamo circa 400 soci attivi nell’Associazione, quindi vuol dire 1200 giorni di lavoro gratis da spendere dentro il ‘Plis delle Cinque Vette’ e abbiamo ricevuto fondi talmente alti che potremmo veramente continuare a investirli dentro il PLIS.
La cosa che mi sta impressionando è l’adesione della Cimberio Bascket, del Varese Calcio, cioè di grandi strutture che rappresentano Varese, oppure della Carlsberg, oppure di Goldplast, oppure di Buosi. Insomma i grandi sponsor che sono i nomi numero uno qua a Varese, e appena sono andato personalmente a parlare con loro hanno aderito a ‘testa bassa’ e quindi è una soddisfazione notevole.
Secondo me è un progetto presuntuoso, ma se funziona, nell’arco di cinque anni questo parco diventerà uno dei parchi più belli del Nord.
E se riusciamo a fare questo, il modello lo prendiamo e lo regaliamo a chi lo vorrà fare in giro. Non andiamo noi, lo facciamo fare agli altri.L’Associazione ON è riuscita a rendere un ‘gioco-gara’ la raccolta della spazzatura. Ci racconti l’evento, dall’idea al podio?
L’evento nasce per avvicinare chi della natura proprio non ha interesse, perché per chi ama la natura è facile dirgli: “Vieni con me a pulire”, ma chi non ama la natura e chi non sa cosa vuol dire camminare dentro un bosco di notte, chi non ha voglia di prendere e fare una camminata dentro un bosco, tu non la invogli se non gli dai qualcosa.
Partendo dal concetto di comunicazione proprio, che ti ripeto è il lavoro che facciamo io e mia moglie, (dico io e mia moglie, ma non perché è la moglie di Laudadio, ma perché lei è molto più esperta di me, ha sempre fatto questo lavoro), ci siamo detti “dobbiamo invogliarli dando qualcosa”.
Io ho sempre scritto giochi, per Disney e per bambini, ma poi ho fatto vent’anni di villaggio, quindi scrivevo quello, era il mio lavoro. Ho detto: “Inventiamo un gioco che possa far sì che giocando si possa pulire sempre più strada possibile”. Abbiamo inventato ‘Spazzatura Chilometrica’: diamo 500 metri lineari da pulire, a squadre di cinque persone dove minimo ci devono essere due adulti, perché poi a noi interessa educare i futuri giovani, i ragazzini, quindi vogliamo che ci siano tanti bambini dentro.
A quel punto, inventato il gioco, ci siamo chiesti cosa potevamo dare per invogliarli a venire: “Mandiamoli in vacanza, regaliamo grandi vacanze!” La fortuna è che io metto la mia faccia a disposizione di questa associazione e quindi riesco a contattare tutte le aziende. Mi chiedono sempre come riesco ad ottenere tutti i premi che danno, come Valtur, io a loro do in cambio la mia immagine gratis, invece che pagar me danno premi. Questo è un meccanismo che funziona.
Nella prima edizione abbiamo avuto 150 partecipanti alla manifestazione. Considera che quando i paesi, in queste zone, fanno la giornata ecologica, partecipano 25-30 persone, 40 quando va bene; quindi in 150 il primo anno (con pioggia) abbiamo pulito una roba come 10 chilometri. Quest’anno abbiamo avuto 350 iscritti, 24 i chilometri che abbiamo pulito, dalla Valceresio alla Valganna tutta, ed è stata una soddisfazione immensa. Non voglio dire un dato, ma il prossimo anno riusciremo a pulire 50 chilometri con 500 iscritti, ma senza problemi. Chiudiamo questo grande gioco che dura un mese, perché si gioca tutti i sabati e le domeniche con pioggia, vento, acqua, la gente è lì a pulire e se ne frega e si diverte, e alla fine vien da te e ti dice “GRAZIE per la giornata che mi hai fatto fare!”, con un grande evento che quest’anno abbiamo fatto alla palestra di Cuasso, con 350 invitati, solo i partecipanti e la gente fuori che voleva entrare. Niente perché tu che vuoi venire a divertirti partecipi prima con noi a pulire.
E questo ha la doppia valenza. La prima: giochi e ti diverti. La seconda, che è la cosa più importante: pulisci.
Non sarebbe possibile possibile farlo altrimenti, non troveresti mai tanta gente che partecipa in questa maniera se tu non avessi organizzato qualcosa del genere.
E’ un progetto veramente divertente.
Considera che dopo ‘Spazzatura Chilometrica’ tanti comuni in Italia ci hanno chiesto il progetto e la manifestazione. La difficoltà è che sulla zona devono avere persone che poi hanno voglia di andare a cercare gli sponsor. Noi abbiamo avuto 25.000 Euro di sponsorizzazione da aziende private in questa manifestazione, e son soldi veri in questo momento.
Quindi quando si dice che alle aziende mancano i soldi, non è vero, mancano i soldi per i progetti interessanti.
‘Spazzatura Chilometrica’ è andata sul Corriere della Sera, su Repubblica, su Striscia la Notizia, su Verissimo, sul TG. Quando tu dai tanta comunicazione l’azienda ne ha un risultato gigantesco.
‘Spazzatura Chilometrica’ però ha tutta una base precedente: nei due mesi precedenti all’evento vado personalmente ad incontrare tutte le scuole della zona.
La spazzatura diventa spazzatura nel momento in cui tu la butti, allora bisogna cominciare a pensare che prima va differenziata, perché è l’unico sistema che abbiamo. Si chiama ‘Spazzatura Chilometrica’, vince chi raccoglie più spazzatura, ma chi la differenzia meglio ha un punteggio più alto.
Bisogna educare i bambini. Per farlo con le scuole materne non puoi andar lì come fanno tutti gli enti del mondo che vanno alle scuole, arriva uno in giacca e cravatta, racconta ai bambini che cosa fare, il bambino ti guarda e ti dice: “Meno male che se n’è andato!” Alle scuole materne abbiamo scritto delle favole legate alla spazzatura, ci siam messi di notte io e mia moglie a inventare le favole legate alla bottiglia Giuseppina, che fine fa la bottiglia Giuseppina, dove va, e i bambini delle scuole materne sono in estasi. A quel punto gli abbiamo fatto fare dei disegni sulla storia che abbiamo raccontato e durante l’evento abbiamo fatto un’esposizione dei loro disegni. Alle scuole elementari invece, che son più grandi, abbiamo deciso di fargli vivere l’arte del riciclo, quindi prima abbiamo educato quaranta mamme del paese e dei paesi vicini, abbiamo insegnato loro come si fa il riciclo della carta e quindi ai bambini abbiamo insegnato che da un foglio di giornale nasce un altro foglio di giornale.
Ai bambini delle medie invece, che sono ancora più grandi, abbiamo deciso di utilizzare la mia arma migliore, che è quella di Striscia la Notizia, quindi sono diventati per un giorno i miei inviati per un servizio che è stato trasmesso a Striscia la Notizia.
Perché far questo? Non per far sì, come mi hanno accusato di voler giocare sui bambini se li mando fuori con la telecamera. Io non lo condivido però tutti i bambini hanno oramai il telefonino e hanno le macchine fotografiche che riprendono. Se tu gli dici che la spazzatura non va buttata lì, lui ti guarda e il giorno dopo ce la butta. Se tu invece gli fai filmare quella spazzatura buttata lì e gliela fai commentare su un video, quel bambino, quella spazzatura, non ce la butterà mai più perché gli fa schifo, perché i commenti che ti fanno sono “Mi fa schifo vedere quella spazzatura lì”. Quindi è nato ‘Inviati per un giorno’ ed è un servizio che faremo tutti gli anni, questa volta con la scuola di Cuasso, il prossimo anno probabilmente con la scuola di Ganna e via via andando avanti. Anche lì, altre scuole ci hanno chiesto di poter partecipare, però io son da solo, sono uno, piano piano andiamo ad ampliare questa cosa su gli altri comuni. ‘Spazzatura Chilometrica’ è oramai un progetto veramente ad altissimo livello.
…io penso che quelli che ti hanno accusato di ‘lavorare sui bambini’ sono quelli che della natura capiscono ben poco…
…ma mi hanno anche accusato paradossalmente di voler far vedere il nostro paese il più sporco d’Italia, senza capire che è il contrario, tutta l’Italia è sporca, noi siamo l’unico paese che fa qualcosa! Cazzo! Ma è un modo diverso di vedere le cose, no? Però, quello che mi ha accusato non l’ho mai visto il giorno a pulire con noi. Noi si invece, noi andiamo e puliamo.Per certa gente è più facile buttare i rifiuti fuori dal contenitore opportuno? Perché? Perché sono maleducati, è gente che non ha vissuto il mondo, non ha visto al di là del proprio naso. Il rispetto nasce non dal non giudicare che il mio giardino è pulito e poi prendo la spazzatura e la butto nel giardino accanto. Questo è un concetto di cultura e il concetto di cultura è difficile da sradicare in paesi dove si sotterrava la spazzatura.
Prima l’ecologia era da sfigati, quando si parlava di macchine elettriche e chi aveva una macchina elettrica era uno sfigato. Oggi l’ecologia non è risposta a ‘Sei figo e basta’. Oggi l’ecologia è la richiesta del mondo perché se no ti mangia, se no ci son le frane. L’abuso edilizio non è un problema legato a ‘perché non puoi costruire lì perché io ti rompo i coglioni’, non puoi costruire lì perché poi magari vien giù, se butti giù troppi alberi la montagna casca. La spazzatura è uguale. E’ un problema di cultura, e l’unico modo che hai per modificare questo problema di cultura, io dico sempre, è educare i bambini perché gli adulti non li educhi più e non c’è possibilità di farlo perché chi mi insultava mi insulta tutt’oggi, e chi mi insultava non manda i suoi bambini a pulire. La cosa però meravigliosa che è successa quest’anno è che dopo tutto il corso che abbiamo fatto con i bambini su ‘Spazzatura Chilometrica’, io li ho invitati a partecipare a ‘Spazzatura Chilometrica’ e le maestre mi hanno telefonato dicendo: “Ci sono molti bambini che piangono perché i genitori non gli hanno iscritti”. Le maestre hanno preso un sabato e una domenica e da sole, di loro iniziativa, hanno portato questi bambini a giocare con noi. Questo è importante perché quel bambino, anche se ha un genitore ‘testa di cazzo’, da grande probabilmente non lo farà.
Quindi è proprio un problema di cultura.Recentemente l’Associazione ON ha organizzato l’evento ‘Pulci Famose’ nella location di Villa Magnani, all’interno del Birrificio Angelo Poretti. Un elenco lunghissimo di personaggi che hanno aderito a questo mercatino del ‘riuso’ dove l’incasso aveva come obiettivo l’acquisto di un minibus per un oratorio estivo nel Parco delle Cinque Vette. Com’è andata?
E’ stato uno dei più grandi successi che ci potessimo aspettare perché abbiamo incassato 12.600 Euro in due giorni. Hanno partecipato da Jovanotti ad Arisa, chiunque, e credo che in zona nessuno sia mai stato capace di poter fare quello che abbiamo fatto noi. Lo dico con grande presunzione, però è così.
Anche ‘Pulci Famose’ non nasce per fare un evento ludico fine a se stesso. ‘Pulci Famose’ nasce per il concetto di: la spazzatura diventa spazzatura se tu la butti. Se tu non la butti: a chi serve? A che cosa può servire? Quanti mercatini dell’usato ci sono nei nostri paesi? Centinaia, che risulta che hanno: zero. Il motivo qualcuno se lo è mai domandato? A nessuno interessa andare a comprare le mutande della ‘Sciura’ Pina accanto, ma se tu fai capire che il personaggio famoso al quale io ho telefonato personalmente, gli ho svuotato la cantina per poter fare questa cosa, lo fa probabilmente per copiare quello che fa il personaggio che tu vedi sempre come mente a parte, poi invece sono persone normali, che vivono normalmente coi propri problemi, con la propria vita, aderisce ad un progetto del genere e smuove molte più coscienze. ‘Pulci Famose’ è stato fatto col specificare bene che gli oggetti, prima di essere buttati possono essere riutilizzati da qualcun altro. Abbiamo deciso che i quattro eventi che ci sono in programma nei prossimi due anni saranno sempre gli stessi, e c’è un motivo, non che noi non vogliamo fare altro, ma dobbiamo fidelizzare queste persone e abituarle, siamo entrati in maniera molto pesante, facendo gran confusione. Nel nostro statuto abbiamo messo che uno dei quattro eventi non sia per noi, per il ‘Plis delle Cinque Vette’, ma sia per un’associazione di volontari che lavora sul territorio e che non ha la fortuna di avere le nostre disponibilità. Quindi ‘Pulci Famose’ verrà fatto ogni anno. Quest’anno abbiamo detto: “Lo facciamo per il Parroco della nostra Parrocchia perché ha 250 bambini e gli manca il pulmino, gli si è rotto un mese prima di ‘Pulci Famose’” La cosa incredibile che in un colpo solo abbiamo comprato il pulmino, ieri sera l’ho ordinato ufficialmente. La Citroen, che ci darà il pulmino, ci ha scontato 15.700 Euro dall’acquisto, Ivan Basso che è testimonial della Citroen mi ha dato il contatto, mi ha fatto avere questa scontistica, noi abbiamo recuperati 12.600 Euro. Non solo, al Prete gli abbiamo organizzato anche come poter ottenere gli altri soldi perché molto spesso loro non lo sanno, quindi li abbiamo fatti partecipare ai Finanziamenti Comunitari del Varesotto, gli abbiamo presentato tutto il progetto. Alla Fondazione Comunitaria gli abbiamo detto che la metà dei soldi glieli diamo noi. La Fondazione cos’ha fatto? Gli ha dato gli altri soldi perché ha visto un progetto serio, concreto, dove nessuno ci mangiava, e quindi siamo riusciti a comprare il pulmino in un colpo. Il prossimo anno cercheremo un’altra associazione di volontari che lavorerà sul territorio, alla quale devolveremo l’incasso che ci sarà. Quindi anche ‘Pulci Famose’ sarà un evento che rifaremo tutti gli anni.
…andrai a svuotare le cantine di tutti?
Guarda, all’inizio… ci sono dei personaggi che hanno capito bene il progetto, come Mr Forrest che ci ha dato 40 oggetti, ci sono altri che l’hanno capito un po’ meno e ci han dato due pezzi, ma dopo averlo fatto la prima volta l’hanno capito tutti, quindi il prossimo anno avremo cinque volte di più la roba che abbiamo avuto quest’anno, che comunque è stato un successo pazzesco perché si parla di 800 visitatori.
…bisognava anche prenotarsi…
…bisognava prenotarsi anche perché c’era un problema di sicurezza all’interno della villa, non potevano entrare più di cento persone all’ora, in più abbiamo dovuto, per questo problema, organizzare un servizio di volontari pazzesco. Hanno aderito 85 volontari, e lavorare il sabato e la domenica con 85 persone è un dato clamoroso su un’associazione di volontari, come i 24 chilometri di strada pulita, sono dati clamorosi sul territorio, dal mio punto di vista.
Come si può far sposare necessità ambientale e necessità dell’uomo?
Rispettandosi. Le leggi esistono, occhio a questo passaggio, questo è il male della zona, e qui mi attaccheranno. Le leggi esistono, bisogna farle rispettare. E’ ora di finirla con l’amico dell’amico, io non ti faccio la multa perché sei venuto a scuola con me. Io mi sono accorto che nei paesi piccoli è molto peggio che a Milano, perché a Milano è talmente un marasma che è difficile far capire che bisogna rispettare, ma in un paese di mille anime, il ‘Plis delle Cinque Vette’ prende un territorio molto vasto, ma prende tre comuni: Cuasso, Marzio e Valganna, tutti insieme quanti siamo? E’ possibile che ci siano i furbi, ci siano persone che non rispettino la legge e nessuno fa niente. E’ possibile che ognuno faccia ciò che vuole e nessuno fa niente? E’ assurdo, ma è un problema di amministrazione, è un problema di sindaci senza palle, le leggi esistono, esistono tutte, ci sono alcune sbagliate, altre da modificare, come la legge sui tagli, come la legge sul rispetto della natura, ce ne sono da modificare, ma piano piano arriverà, perché arriverà, perché si sono accorti che la natura si sta ribellando. Poi io non sono un ambientalista di quelli estremi ‘bisogna circondare tu non ci devi entrare’, no! ON si chiama ON=ACCESO, ORGANIZZA LA NATURA ATTIVA, vuol dire VIVI LA NATURA.Per viverla tu devi entrarci dentro. Noi abbiamo un sogno, di fare un parco avventura, non vuol dire distruggere gli alberi, vuol dire vivere sugli alberi. Abbiamo il desiderio di pulire tutti i sentieri e farci gli eventi e fare concerti di musica lirica dentro i boschi. Non vuol dire distruggere la natura, vuol dire viverla. In controparte però abbiamo contattato l’Università dell’Insubria, siamo andati lì e abbiamo presentato il progetto e abbiamo detto: “Solo voi potete essere talmente esperti da poterci dire che tipo di lavoro dobbiamo fare all’interno!” Quindi noi mettiamo a disposizione i Volontari, le Protezioni Civili, le GEV, tutti quelli che sono ormai con noi. Le GEV del Campo dei Fiori io li devo ringraziare tutta la vita perché lavorano per un altro parco e per Spazzatura Chilometrica sono venuti a fare i giudici da noi. La protezione Civile lavora sempre con noi. Ci sono le forze umane: servono gli esperti. Gli esperti sono quelli dell’Università dell’Insubria. Qua c’era una cosa meravigliosa che si chiama Orchidea della Roccia, nessuno sa che c’era, adesso non c’è più, bisogna farla tornare e tutto questo dove i fossili sono una risorsa incredibile. Prima era tutto acqua qua, ci sono i fossili in cima al Poncione, i pesci grossi così in cima al Poncione. Allora tiriamoli fuori! Però non lo devo fare io, perché io non me ne intendo, non lo so, io so che va fatto, e saranno i professori a far questo.
L’Università dell’Insubria, per la prima volta il Rettore in persona ci guarda e ci dice: “Questo è un progetto che noi sposiamo totalmente e che affronteremo insieme a voi perché anche noi ci siamo stancati di sentirci dire che non facciamo niente per il territorio. Non è vero, perché noi lavoriamo per il territorio, però poi dopo, quando facciamo i progetti si fermano dove non si sa. Si prendono, qualcuno prende i finanziamenti e non vengono usati per quello che devono essere usati”. Noi di finanziamenti non ne chiediamo. Abbiamo chiesto ora un finanziamento per il progetto della Croce. Non ce l’hanno dato: ce ne freghiamo! Ho chiesto 10.000 Euro, non ce li hanno dati, l’ho preso dai privati. Il Cavalca ci ha dato 6.000 Euro, la Comunità Montana ce ne ha dati altri 10.000. 18.000 Euro accendiamo La Croce. Pace. Ma piano piano arriveranno i finanziamenti perché quando si accorgeranno che a noi i soldi non vengono rubati, ma vengono utilizzati, l’obbiettivo è quello di far sì che piano piano la gente si scandalizzi . Tu porti 500 persone a pulire i boschi, queste 500 persone che sudano in mezzo ai boschi, quando vedranno uno con la moto che distrugge il bosco, lo prendono per l’orecchio la prossima volta! Quando vedranno uno che butta una carta in mezzo al bosco lo prende per un orecchio! E’ sempre coscienza, è sempre cultura. Piano piano.
I prossimi progetti?
I prossimi progetti sono ‘Il Sentiero dei Messaggi’ e ‘La Croce’.
Però quando vengono messi a posto una volta, servono poi soldi per continuare a metterli a posto ogni anno. Il grande difetto del 90% delle attività sul territorio è che fai un progetto una volta e poi muore. Quanti incompiuti abbiamo visto a Striscia la Notizia!? Quindi ogni progetto si deve autofinanziare, sempre. Quindi prima bisogna pensare a come questi soldi arriveranno e poi dopo organizziamo il progetto. Abbiamo preso 8 Km di uno dei quattro sentieri che ci sono all’interno del ‘Plis delle Cinque Vette’ e li ristrutturiamo, rimettiamo a posto, in sicurezza, la cartellonistica, le panchine, tutto quello che serve per fare che un sentiero sia vivibile, che ci possa andare sia l’esperto, ma anche chi la natura non la conosce, che è quella parte che va spinta, no?! Come si finanzierà questo sentiero? Contattiamo gli artisti veri e ad ogni artista chiediamo di fare un’opera d’arte che rappresenta un albero, grande, gigantesco. Quest’albero avrà delle foglie che potranno essere comprate dalla gente su internet. Su queste foglie si potrà scrivere un messaggio d’amore per la natura, per te, per tua moglie, per tuo figlio, per chi vuoi. Quando questo albero esaurirà tutte le foglie chiameremo un altro artista che farà un altro albero. In questi 8 Km ci saranno tante opere d’arte, quindi oltre a vedere il sentiero a posto, potrai anche vivere l’arte. Noi queste foglie, a grandi linee le venderemo a 50 Euro, poi sarà definito. Ma perché ‘Il Sentiero dei Messaggi’? In cima al Poncione c’è, che forse non tutti sanno, un diario e chi arriva in cima può scrivere un messaggio, quindi noi partiremo da quei messaggi, di quei diari, perché c’è un signore che li tiene tutti da anni e anni.
Poi c’è un altro sogno che io avevo il giorno che mi sono trasferito. Qua si vede La Croce, ed è un simbolo molto importante per il nostro Plis perché è un momento di grande protezione per i volontari.
Questa Croce è talmente potente durante il giorno, ma di notte tu non la vedi. E’ fatta di vetro, ha 100 anni, per 40 anni è stata in piazza della Badia di Ganna e 60 anni fa gli alpini se la son ‘portati a braccia’ in cima e l’hanno montata lì.
Quest’anno compirà 100 anni, quindi abbiamo fatto un progetto di illuminazione che ci costa 18.000 Euro e il 31 dicembre 2013, a mezzanotte, accenderemo ‘La Croce’. Rimarrà accesa e da quel momento il Plis diventerà ‘ON’. Io dico sempre questa frase, perché da quel momento la Croce sarà su di noi e su questo Parco in maniera molto presente.
La Protezione Civile toglierà i vetri, cominceremo a ‘scartavetrarla’ e la verniceremo la prepareremo con tutti i pannelli solari, la terremo spenta fino alla fine dell’anno ed io vorrei che il 31 dicembre fosse uno degli ultimi dell’anno più incredibili di questa zona. Mi piacerebbe che tutti i paesi e le frazioni che vedono la Croce festeggiassero l’ultimo dell’anno in piazza insieme a noi. Accendendo la Croce vorrebbe essere non un ultimo dell’anno caciarone, ma un ultimo dell’anno di grande riflessione.
Questi due sono i progetti immediati.
Il 31 dicembre accendiamola Croce , a Maggio posizioneremo il primo albero fatto da un artista e inizieremo a vendere le foglie per finanziarci per l’anno dopo.
Con quei soldi risistemeremo gli stessi 8 Km e aggiungeremo altri 8 Km. Considera che sono 60/70 Km di sentieri da dover ristrutturare quindi nel corso di 5 anni, perché noi al compimento della ristrutturazione di tutti questi sentieri avremo concluso il parco, avremo ristrutturato tutto e avremo già acceso la Croce. E a quel punto potremmo parlare del ‘Plis delle Cinque Vette’ con un termine diverso da quello che hanno costituito, dove per il Plis han messo cinque cartelli e stop, non si sa che abbian fatto, hanno messo cinque cartelli e han lasciato tutto com’era.
Lo facciamo noi.
Cosa vuol dire essere ambientalista o fare attività ambientalista?
Essere ambientalista vuol dire amare la natura, fare attività ambientalista vuol dire amare la natura, l’attività ambientalista di Associazione ON vuol dire vivere la natura.
Quindi tutto insieme. Io ritengo che la natura non si debba solo proteggere, ma si debba vivere.
Questo è fondamentale perché l’errore degli ambientalisti in Italia è che ‘Tu non puoi toccare quello‘. Questo è un errore, non è vero. Tu lo devi toccare se lo migliori. Se lo distruggi non lo devi toccare. Perché sono diventati repressivi gli ambientalisti? Perché fino ad oggi c’è stata un’attività solo di distruzione. Io, con il lavoro che faccio, ascolto e sono molto attento alla politica e anno dopo anno sento sempre, in ogni discorso di ogni sindaco di ogni minimo paese d’Italia, io vi dico: tutela dell’ambiente e lo sviluppo del turismo sono solo discorsi, perché poi non hanno i soldi per poter fare le cose. Non per colpa loro, spesso, quindi bisogna anche tutelarli perché non è sempre colpa loro, a volte è anche colpa loro. Allora dovrebbe nascere realtà come la ON in Italia, che non siamo noi, cioè il nostro non è un movimento, il nostro non è ‘5 Stelle’, noi lavoriamo nel ‘Plis delle Cinque Vette’.Quando mi vengono a dire ‘Vieni a farlo qui?‘, ‘No. Fattelo là! Io ti dico come farlo e ti do il programma per come farlo da solo!‘ A noi interessa il ‘Plis delle Cinque Vette’ perché dev’essere un modello esportabile. Questa è una presunzione. Però quando ne ho parlato con l’Università dell’Insubria, loro, che sono gli studiosi, hanno veramente capito che è questo il metodo, perché è la gente che ci vive che può tutelare il proprio ambiente. Io poi in Trentino ci vado a passare le vacanze, nelle Marche o in Abruzzo, però sono le persone del Trentino che devono tutelare il proprio ambiente, sono quelle delle Marche e sono quelle dell’Abruzzo, non noi, noi dobbiamo farlo qua. Certo, sarebbe bello farlo anche al Campo dei Fiori, ma oggi lo facciamo qua. Facciamolo qua e facciamo vedere che qua si fa a costo zero, rischio zero e a guadagno zero. Nelle altri parti no, non lo fanno a guadagno zero e a costo zero.
Come si possono sensibilizzare maggiormente le persone verso l’ambiente?
L’ambiente non è una cosa che vive da sola. L’ambiente è il mondo, la casa in cui noi viviamo. L’ambiente, il bosco, la natura, è il posto che ci ospita. Se tu degradi quel posto, quel posto sarà poco ospitale. E’ abbastanza elementare il meccanismo. Se tu lo degradi vivrai male, se lo tieni bene vivrai bene.
Max Laudadio: un personaggio poliedrico. Cosa ti piacerebbe rifare di tutto quello che hai già fatto, e cosa invece vorresti provare a fare?
Rifare direi… la strada tutta quella che ho fatto perché mi è piaciuto fare l’autore, Le Iene, Striscia la Notizia. Vorrei riuscire a realizzare ancora piccoli sogni artistici, quindi fare un Musical, un film e fare tutto quello che può essere nel cassetto di un bambino. Mi piacerebbe professionalmente raggiungere determinati obbiettivi che vanno al di là di una soddisfazione economica, perché grazie al cielo non ho mai lavorato per i soldi, però è divertente poter pensare che nella vita uno possa provare a fare tante altre cose e secondo me, se ti fermi sempre a fare le stesse cose, dopo un po’ hai bisogno di fare altro, e credo che gran parte del male delle persone sia quello di fare un lavoro che magari non gli piace, e tu lo fai per portare a casa lo stipendio.
Credo che manchino i sogni alle persone. Ne son sicuro.
Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è fare un grande Musical.
Parallelamente al mio lavoro io studio da sempre: canto, recitazione e ballo da sempre. Ogni anno, continuo e continuerò. Tutti gli anni vado a fare i provini. Non mi prendono mai. Io dico, prima o poi, perché sono dell’idea che ‘prima o poi’… quando ero ragazzino e dicevo ‘vorrei lavorare in televisione’, quanti ci provano? Prima o poi ci arrivi, la difficoltà è avere la determinazione che tutte le porte in faccia che prendi. Io oggi potrei sentirmi ‘realizzato’ perché lavoro nel programma di punta della televisione e ho la riconoscibilità.
Sono dell’idea che ‘prima o poi’ ce la farò, piano piano.
L’ultima domanda la lascio a te: cosa ti chiederesti?
Cosa mi chiederei? Se sono una persona felice. A volte si, a volte no. Come tutti. E quindi non è l’avere un lavoro realizzante, una famiglia che ti gratifichi, con la quale stai bene, un posto bello dove vivere o una bella macchina che ti dà la felicità.
Credo che tutti noi si sia… condannati? Può essere definito cosi? …ad avere momenti di felicità e momenti di non felicità.
Sicuramente ho un carattere che nel momento in cui non sono felice tento di trovare il lato positivo e tornare ad esserlo. Però ci sono tanti momenti di non felicità, nonostante uno possa venire a dire : “Ma che figata di vita che fai!”
Una cosa è certa e questo non è perché è legato all’Associazione ON: quello che mi sta dando quest’associazione. Sono delle emozioni che non pensavo di provare e non è l’attività di volontariato fine a se stessa. Però mettere in piedi un ambaradan del genere, quando vado ad incontrare le scuole, questi bambini li vedi durante l’inverno, e hanno una gratificazione nel vederti, nell’incontrarti. Sono quelle emozioni che non ti dà nemmeno dieci milioni di pubblico durante un programma. Non te lo può dare, non c’è verso.