MUSICOMEDIANS CLUB organizza una Jam session di musici, poeti e giullari. La location è il Memo Restaurant, tutti i giovedì alle 21.30, dal 23 Ottobre al 27 Novembre 2014.
“Luca Bonaffini ricorda Pierangelo Bertoli” è lo spettacolo che Luca e la sua Band presenteranno giovedì 30 Ottobre e, al seguire della serata, ci saranno Ale & Franz.
Siamo a poco più di un anno dall’uscita del tuo libro “LA NOTTE IN CUI SPUNTO’ LA LUNA DAL MONTE”
Quanto è importante, per Luca Bonaffini, portare avanti e rafforzare il ‘Bertoli-pensiero’?
Credo che Pierangelo abbia lasciato un patrimonio musicale e artistico che va al di là del mercato discografico e della moda cantautoriale che ha imperato negli anni 70/80. Oggi, l’attenzione degli appassionati di cultura si è spostata sui libri e sui festival di stampo letterario. La musica ha un ruolo marginale, di “pronto soccorso distraente” da una parte, e di autoconservazione nostalgica dall’altra. I giovani partono già sconfitti da una massa violentata dai media e dalle mostruosità che propongono quotidianamente. Pierangelo è sempre stato differente. A volte un po’ moralista, ma solido, a volte spietato, ma vero. La sua non è solo canzone socio-politica, ma ballata civile. “Varsavia”, “Maddalena” e altre sono capolavori di umanità, leggibili anche nei nostri giorni. Quindi, il BERTOLI-PENSIERO è un BERTOLI-DIRE E FARE. Questo mi interessa: la sua potenza nell’attualità.
Quella con Flavio Oreglio è una collaborazione e un’amicizia oramai consolidata negli anni. Ed è proprio grazie a MUSICOMEDIANS CLUB che possiamo godere di genuini cabaret, poesia e musica d’autore. Già… ‘musica d’autore’, e il vero cantautore che mi viene in mente è, appunto, Pierangelo Bertoli.
LUCA BONAFFINI e PIERANGELO BERTOLI.
Cosa ti lascia questo rapporto vissuto da ‘collaboratore-protagonista’?
Il ruolo da protagonista, come ogni umile spettatore. Questo mi lascia, prima di tutto. Ovvero, l’avere saputo ascoltare ed elaborare il suo modo di esserci, a un punto tale da cominciare a scrivere e poi a pubblicare. Infine, l’aver condiviso con lui anni di repertorio, mi ha insegnato che la solitudine creativa deve essere un momento tra i momenti, ma che il “farsi accompagnare” da qualcuno che la pensa come te (o anche diversamente) è sempre un salto, un modo per crescere. Io spettatore, poi allievo e infine collaboratore “primario” (almeno per un periodo) ho vissuto bene allora. E oggi ancora meglio.
Finalmente l’8 Novembre ti vedremo dividere il palco con Alberto Bertoli, “CANZONI PRIMA E DOPO IL MURO”.L’evento sarà a TEATRO CRISTOFORO TORRI ORE 21 Cologne (Brescia).
Cosa ci puoi anticipare?
Sarà un viaggio nel passato, per arrivare ai giorni nostri, riflettendo e soprattutto cantando. Con Alberto ho fatto diverse cose, in questi anni e – anche quando era appena esordiente – non ho mai smesso di credere che, nonostante il suo fosse un cognome doppiamente scomodo, avesse un potenziale suo. Oggi, scopro di avere ragione, e quelli che pensano o pensavano che non ce l’avrebbe fatta, sbagliavano. E sbaglia anche chi “lo paragona” al padre, peccando di ignoranza. Non è il talento ad essere minore: è il livello di ascolto e la capacità culturale del pubblico di massa che è crollato (insieme al muro…)
Nel tuo ultimo cd “SETTE VOLTE BERTOLI ricordando Pierangelo” la canzone ‘EPPURE SOFFIA ‘ è cantata con Alberto Bertoli e Flavio Oreglio. Un passaggio di testimone, quello di Alberto, che è un valore aggiunto alla musica d’autore.
Cosa rivedi di Pierangelo in Alberto?
Il cognome. Alberto ha un suo carattere, una sua identità, un suo coraggio (che è diverso ma non minore da quello del padre). Cerca autonomia e continuità. Poi, io lo conosco da bambino. E’ sempre stato così. Un Bertoli misto Mamma Bruna, ma con personalità sua.
C’è una ‘linea di confine’ tra il tuo pensiero e quello di Pierangelo Bertoli?
Una linea generazionale, sicuramente. Ed esperienze di vita differenti. Ma sul confine a volte si lavora meglio, non credi?
I progetti futuri di Luca Bonaffini?
Non so. Pierangelo ci sarà sempre, ma dopo due, anzi quasi tre, anni di elaborazione tra libri, reading, concerti e infine un cd, credo che chiuderò il periodo “tributo”.
Ci sono Tribute Band straordinarie che propongono in maniera più vicina a lui, i suoi capolavori. Una cosa è certa. Scrittore e regista per caso, cantautore per necessità, agente teatrale per la “pagnotta”…. io sono stato tutto questo. E dubito che, il 1 gennaio 2015, mi sveglierò sperando di diventare il nuovo Luca Di Montezemolo o il nuovo Bill Gates.
Ma sai…. non si può mai sapere…
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