Andrea Giovanni Pinchetti, in arte Andrea G. Pinketts, da sempre è avvolto nel profondo del mistero. Scrittore e giornalista italiano, approda nel mondo delle pubblicazioni nel lontano 1992 con “Lazzaro, vieni fuori” (Feltrinelli) e lo fa “ispirandosi alla sua vecchia missione per il giornalismo investigativo”. In effetti, per rintracciarlo dopo quattro giorni di chiamate e messaggi senza riscontro alcuno, stavo interpellando un detective. (Mi ha detto di dirvelo!)
E Dopo”Ho una tresca con la tipa nella vasca“, edito Mondadori due anni fa, la settimana scorsa hai presentato la tua ultima fatica geniale dal titolo “La capanna dello zio Rom“. Di che cosa parla il tuo nuovo libro e perchè questo titolo?
“Introduco col dirti che questo libro ha richiesto parecchio sacrificio in termini di tempo e concentrazione, visto che ci ho impiegato ben cinque anni”, spiega Pinketts all’altro capo del telefono; “questo lavoro è nato con l’intento di abbattere le condizioni rom con i romeni e quest’ultimi non c’entrano nulla. Credo che a riguardo ci sia un enorme confusione”, precisa uno dei più grandi scrittori che in varie occasioni ci ha rappresentati nell’ambito letterario all’estero.
L’ispirazione deriva da un romanzo molto conosciuto che si chiama “La capanna dello zio Tom” (romanzo antischiavista). Non mi reputo affatto razzista, piuttosto manderei dei razzi nel culo dei razzisti!”, ironizza Pinketts. “E’ una cosa del tutto ridicola esserlo anche perchè il patrimonio è di chi lascia qualcosa (nel bene e nel male) agli altri, quindi le persone non fanno altro che trasmettere la propria cultura”. Secondo l’ex cronista della nera, “non esite colore”, piuttosto (e lo delinea lui stesso) “peculiarità diverse”, e così riporta l’esempio dei nostri romani e greci che hanno rispettivamente dato a noi altri in virtù di un comune denominatore: l’appartenenza alla stessa Terra (inteso anche come pianeta). Tornando alle fila del libro, posso dirvi che nella seconda parte racconterà orrori, omicidi e torture in parte viste con i miei occhi a Bucarest qualche anno fa, quando con Sergio Romano e Giorgio Montefoschi, fummo invitati alla Fiera del Libro, ospiti dell’Ambasciata Italiana. Una città tanto bella quanto piena di contraddizioni, dove vivono bambini che sniffano e realtà che sconfinano oltre l’immaginabile”, commenta Pinketts come se fosse lì in quel momento. Lo scrittore, in quell’occasione lasciava tutti per andare a indagare, incontrando i servizi segreti e tornando a quel domani (oggi) in cui racconta l’esperienza nero su bianco.
La capanna dello zio Rom. Puoi raccontarci un breve episodio che troveremo nel tuo libro appena pubblicato?
“Volentieri. Il protagonista s’innamora di una ragazza, di nome Ossitocina, che aspetta il cane che esce dal supermercato”, racconta Pinketts che ribalta la “normalità” con un cane che va a far la spesa e la padrona che lo attende all’uscita. “Questo è uno dei tanti, giusto per incuriosirvi”.
A proposito di questa love-story, cosa pensi dell’amore?
“Penso che sia una cosa bellissima! Essere amati è meraviglioso, se coltivato nel modo più bello. Mi viene in mente il paragone con un Cuba Libre: piace a chiunque però se va di traverso può far male“. Pinketts non poteva porre miglior paragone per rendere l’idea dell’amore che piace, disseta l’anima col piacere però, può sempre non andare per il verso giusto.
Il libro è una creatura preziosa che se contenente del materiale di interesse comune e utilizzo nel pratico quotidiano, serve anche ad abbattere i muri dell’ignoranza. Cosa ne pensi?
“E’ una delle malattie più brutte, l’ignoranza. Leggendo i miei libri si guarisce”. Poche parole di grande spessore culturale che Pinketts utilizza per abbattere la prima parte di muro di chi si nasconde dietro l’ignoranza, che oramai dilaga. “In questo mio romanzo, a tratti molto complicato, credo e cerco un distinguo coi rom, popolo nomade e nobile e i rumeni”.
Un’intervista singolare con un personaggio stratosfericamente unico che a fine telefonata, mi richiama per ricordarmi di inserire nel testo ancora una chicca più unica che rara: “Sono per l’avvicinamento dei popoli e per il popolamento dei vicini, sai in un altro mio libro l’ho detto”. E noi, col suo consenso, lo riscriviamo.
APPUNTAMENTO A DOMANI SERA, VENERDI’ 1°LUGLIO DALLE 20, AI RECAPITI PRESENTI IN LOCANDINA, CON L’ARTISTA NUMA ECHOS (LA QUALE RINGRAZIO PER IL CONTATTO DI PINKETTS) E ANDREA LUX FERRE. ENTRAMBI VERRANNO PRESENTATI DA ANDREA G. PINKETTS IN OCCASIONE DEI LORO NUOVI LIBRI.
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