Il bando è aperto a tutti e scade il 31 agosto. “Adotta anche tu l’orso per uscire dall’autoreclusione”, è un progetto articolato in più sezioni, alcune per le scuole.
La missione è un po’ quella di dare voce alla malattia sociale, in particolare all’autoreclusione che tocca, e può toccare, ciascuno: dalla bulimia alla depressione, fino all’isolamento forzato, anche nella dimensione della detenzione. Barbara Rossi, esperta della psiche umana e fruitrice di molte iniziative interne al carcere di Opera, promuove da tempo tali opportunità in funzione di “smuovere” l’individuo che nella società vive un momento di disagio. E per condividere le parole che qualcuno riesce ad esprimere e qualcun altro meno, il miglior modo per “dar voce” a chi vive un malessere, è dare nuovi stimoli, costruendo tassello dopo tassello una miglior immagine di sè. Il progetto, rivolto agli alti 1metro, ma che vale certamente anche per noi adulti nella vita di tutti i giorni, appartiene all’Associazione Leggere Libera-Mente, presieduta per l’appunto dalla Dott.ssa Rossi, attiva da dieci anni all’interno della Casa di Reclusione di Milano, a Opera. Alcune persone detenute ed ex detenute, sono costantemente seguite da un team incomparabile, di cui fanno parte molti professionisti (psicologi, giornalisti, psicoterapeuti, filosofi, counselor). Altresì, loro hanno il compito superlativo di “dar voce” al proprio desiderio, alla propria interpretazione di libertà mediante varie forme espressive: il periodico interno, autobiografie, scritti e poesie che già hanno riscosso apprezzamenti e numerosi Premi letterari. Non ultimo, il Sunday Poets, indetto dal quotidiano La Stampa che, in occasione del Salone internazionale del Libro svoltosi meno di un mese fa, ha premiato due poesie di detenuti partecipanti al progetto e ne ha selezionate complessivamente cinque nella rosa delle prime venti, mentre altre 8 sono state menzionate nella rosa delle prime 80. La riflessione va di pari passo al confronto con l’altro. Facendo qualche passo indietro, tornando così a 7 mesi fa, Giuseppe Catalano di cui oggi possiamo rendere note le generalità in quanto non più detenuto, ha avuto la grande occasione, con Libera-mente, di pubblicare la sua prima biografia dal nome “Radici vìolate”. Oggi, è un uomo libero ma con i percorsi letterari interni al carcere, la sua espressione interiore ha potuto abbattere le mura del carcere, grazie ad una penna e un foglio. Stessi strumenti che la coordinatrice di un istituto scolastico, Paola V., ha utilizzato per partecipare col suo gruppo classe all’adotto dell’orso:
Cari amici di Leggere Libera-Mente,
questa settimana abbiamo ricevuto una lettera che vogliamo condividere con voi, e ringrazio l’insegnante che ci ha scritto e che ci ha autorizzato a rendervi partecipi.
Gentile referente,
sono con la coordinatrice della classe I D della Scuola Secondaria di I grado xxxx, dell’Istituto Comprensivo xxxx di xxxxx (MI).
Come le dicevo in questa classe un alunno ha smesso di frequentare e totalizzato un numero di assenze tali da non poter essere neppure scrutinato. Un secondo, a detta dei compagni, ha atteggiamenti da “orso”.
Vi ho conosciuto grazie a bookcity e ho subito iscrittto la classe alla vostra bella iniziativa. Mi è molto piaciuto anche lo scritto di aiutarvi a dar voce, e devo dire che con questo concorso avete aiutato anche i miei alunni a dar voce a ciò che sentivano.
Ringraziando della bella proposta, come d’accordo, le inoltro i loro scritti: prosa e poesia.
Mi rendo conto che alcuni sono poco leggibili, mi faccia sapere quali non capisce che glieli scrivo. Poichè temo siano troppo pesanti, li divido in tre spedizioni.
Cordiali saluti e a risentirci presto
Paola V.
Maestre e alunni, prendete spunto e con la vostra fantasia spaziate a più non posso. Avete tempo fino al 31 agosto!
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