GLI AMICI DEL MUSICAL
Intervista con il Presidente Sig. Fulvio Pedretti e con il Vice presidente Sig. Marco Cavalli.
Aprile 2012: un anno fa nasce l’associazione “GLI AMICI DEL MUSICAL”. Cosa c’era prima di Aprile 2012?
Perché nasce questa associazione?
Sig. Pedretti: Prima di Aprile 2012 c’era un gruppo di genitori della scuola primaria Dante Alighieri di Rescaldina che, a un certo punto della loro vita hanno deciso di dare una mano importante alla scuola, sostenendola attivamente e concretamente nelle sue esigenze finanziarie, in quanto l’ente pubblico ha sempre meno possibilità di dare risorse. Questi genitori hanno deciso di intraprendere un cammino assieme per coordinare degli spazi di tipo ricreativo all’interno della scuola, quindi la festa di Natale, sostenere e organizzare la festa di fine anno ed iniziative di tipo un po’ più ludico a completamento delle attività didattiche. Questo percorso è stato fatto in assoluta sinergia con gli insegnanti che sono stati ben contenti di poter collaborare con dei genitori che su base volontaria dedicano del tempo e portano avanti delle attività e dei progetti.
Due anni fa siamo partiti, molto in sordina, con uno spettacolo che voleva avere le caratteristiche di un musical (una riedizione di ‘Grease’) e ha riscosso molto successo. Dopo questa esperienza abbiamo pensato di poter coinvolgere in modo un po’ più fattivo gli sponsor locali (negozianti, esercenti, qualche piccola ditta) facendoci accompagnare in questo nostro progetto con l’ambizione di raccogliere qualche fondo da destinare alla scuola, alle sue priorità e alle varie necessità.
Alla fine dell’anno scolastico, quando arriviamo ad avere qualche soldino a disposizione, noi ci coordiniamo con le insegnanti che ci indirizzano a quelle che sono le priorità. I soldi che abbiamo raccolto il primo anno, con ‘Grease’, sono stati destinati all’ampliamento dell’aula tecnologica comprando dei computer e delle stampanti. All’inizio del 2012 questi genitori decidono di voler garantire una sorta di continuità e costituisco questa associazione dove dietro c’è un gruppo di persone, che potrebbero anche modificarsi nel tempo a seconda della disponibilità, che è garanzia di una solida ed efficiente collaborazione con la scuola.
Nasce un’associazione che ha nel suo Statuto un’ obbiettivo preciso: fare promozione di tipo culturale sul territorio del comune anzitutto di Rescaldina, e soprattutto insieme alle scuole del territorio. Quindi animazione di tipo ricreativo con spettacoli dove i bambini possono essere i co-protagonisti insieme agli stessi genitori che evidentemente non sono solo la manovalanza, ma sono anche i soggetti attivi di quello che viene rappresentato.
L’anno scorso abbiamo pensato, per chi ci dava una mano e un sostegno finanziario a livello locale, di garantire la serietà di avere un’associazione ONLUS che dà la possibilità di ricevere fondi a fronte dei quali noi possiamo emettere le ricevute di versamento deducibile ai fini fiscali.
I nostri spettacoli hanno la caratteristica di avere sempre una sceneggiatura un po’ diversa rispetto l’originale, una rivisitazione in chiave anche ironica e comica che più si adatta ad un pubblico di bambini piccoli, perché il nostro target sono i 450 bambini della scuola elementare.
C’è una partecipazione importante di genitori che si alterna e si divide nei ruoli di attori, ballerini e cantanti. Poi ci sono dei genitori che hanno una funzione più operativa perché seguono le parti tecniche, le parti scenografiche, i costumi e quant’altro.
L’associazione vera e propria alla fine è sfociata in un gruppo di persone che volevano fare un percorso di amicizia insieme, con l’obbiettivo di avere un passatempo in comune e provare a mettersi in gioco. Noi al nostro interno abbiamo sempre privilegiato la disponibilità della gente e non la professionalità.
Non c’è nessuno che è professionista, però certamente negli anni passati qualcuno ha provato a cimentarsi con qualche prova teatrale, piuttosto che cantare in qualche coro, e qualcuno ha anche ballato. Abbiamo raccolto le esperienze individuali e sono state messe a fattor comune per cercare di fare e creare degli spettacoli apprezzabili anche dal punto di vista scenografico.
L’associazione non ha una grande pretesa, noi siamo una delle tante associazioni culturali di Rescaldina, però certamente abbiamo un taglio un po’ particolare: siamo al servizio dei bambini. Il nostro impegno è soprattutto rivolto a quello che potrebbero gradire i bambini, noi non lo facciamo per gli adulti. Gli adulti arrivano perché sono coinvolti necessariamente come famiglia. E’ sicuramente un’esperienza molto forte perché impegna quasi tutto l’anno.
“GLI AMICI DEL MUSICAL” è un gruppo di genitori di bambini della scuola primaria Dante Alighieri di Rescaldina. Ma non solo. E’ un coinvolgimento genitori-bambini-insegnanti. Questo è già uno scopo-obbiettivo raggiunto, ancor prima della preparazione di uno spettacolo. Quali sono, se ci sono, gli ‘effetti collaterali’?
Sig. Pedretti: Gli effetti collaterali potrebbero essere quelli di essere un po’ additati come i genitori in qualche modo preferiti all’interno della scuola, oppure come quelli che interagiscono con le maestre perché poi si pensa possa esserci un ritorno o un favore nei confronti dei propri figli. Credo che sia fondamentalmente molto sbagliato. Noi siamo anche genitori, in alcuni casi, presenti all’interno delle istituzioni scolastiche, del Consiglio d’Istituto e dei Consigli di classe. Siamo persone che si preoccupano della scuola primaria di Rescaldina a 360 gradi, quindi c’è un coinvolgimento che va oltre quello dell’associazionismo de ‘Gli Amici del Musical’, questo è un di più. Certamente qualcuno invidioso c’è, qualcuno a cui non sta bene c’è. Però credo che se cento genitori in qualche modo, nell’arco di un anno, hanno dato la loro disponibilità ad essere soci di un’associazione come questa e di questi cento più della metà attivi protagonisti, sia un successo veramente importante.
Gli effetti collaterali si, ci sono. Però io ribadisco che alla fine maturiamo sempre la convinzione che sulla base dell’invidia non si fa mai nulla, mai, quindi io credo che oggi abbiamo portato di più di quello che potevamo aspettarci in termini anche di tipo economico alla scuola, e questo è un’ innegabile e oggettivo valore che noi presentiamo sul conto ogni anno.
Alcuni genitori obbiettano che la festa di fine anno è la festa dei bambini che preparano lo spettacolo per i genitori. Noi abbiamo voluto in qualche modo invertire questa logica, quindi sono i genitori che quasi ringraziano i loro bambini e gli regalano un momento di gioia attraverso questo spettacolo.
Qualcuno effettivamente è un pochettino diffidente rispetto a questa interpretazione, vorrebbe lo spettacolo più tradizionale, l’esibizione per classe, magari con i flauti, però noi l’abbiamo improntato in questo modo.
Ovviamente non c’è nessun altro che si sta occupando o sta facendo proposte di tipo alternativo all’interno della scuola, e quindi in condivisione con gli insegnanti per il momento è così.
La vostra è un’associazione che ha lo scopo di raccogliere fondi da destinare alla scuola. Senza voler aprire una parentesi, perché il materiale scolastico non basta mai?
Sig. Pedretti: Il materiale scolastico non basta mai perché ci sono bambini piccoli che usurano le cose molto più velocemente. Quando parliamo di materiale scolastico parliamo di materiale ad uso delle attività scolastiche, quindi carta, pennarelli, gessi, e parliamo anche di materiale che viene usato da ogni bambino tutti i giorni, tipo il sapone e la carta igienica, materiali che devono essere spesati dalla scuola e che fanno parte di quei contributi statali che oggi vengono sempre meno. Di conseguenza, quando si decide di tirar la cinghia lo si decide su tutto, noi non vogliamo assolutamente, come genitori, che alla fine ci vadano di mezzo i veri progetti didattici scolastici, quelli pensiamo che sia giusto che vengano pagati per primo dall’ente pubblico, dal comune e dallo stato, che vengano finanziati e portati avanti. Su tutte le cose materiali ci prendiamo carico noi, come genitori. Anziché farne carico a casa chiedendo due o tre euro, a seconda dell’esigenza del rappresentante di classe, pensiamo che questa esperienza comune, a livello di genitore tramite l’associazione ‘Gli Amici del Musical’, sia un po’ un piccolo polmone che va a soddisfare queste esigenze.
Date molta importanza anche ai valori della vita. Questo lo si è visto con lo spettacolo ‘S.O.S. MARY POPPINS’ (giugno 2012) dove siete stati molto bravi a mettere in risalto l’importanza dell’armonia del nucleo familiare, il rispetto per gli altri e l’attenzione verso i bisognosi. Secondo lei è questo che manca nella società di oggi?
Avete avuto qualche riscontro dopo lo spettacolo?
Sig. Pedretti: L’anno scorso è stato l’anno internazionale della famiglia e questo ci ha dato lo spunto di pensare all’interno di un progetto ampio, della scuola e della comunità civile, e di intraprendere il progetto ‘S.O.S. Mary Poppins’ proprio perché venivano proclamati questi valori che secondo noi non sono assolutamente scontati.
Il valore della famiglia, che si ritrova unita dopo aver passato vicissitudini molteplici che l’hanno portata anche a sfaldarsi, secondo noi è importante perché è veramente il riflesso di questa società. Noi crediamo fortemente che la famiglia sia l’ente educativo principale, tutti gli altri sono dei corollari. La scuola è un corollario rispetto a quello che a livello educativo può portare avanti la famiglia. Quindi la famiglia va sostenuta assolutamente da tutte le parti e crediamo che, anche nell’enunciare questi valori attraverso uno spettacolo musicale semplice, possa essere di grande utilità. L’attenzione al rispetto, al valore dell’unità, comunque all’importanza di essere piccolo per noi è fondamentale oggi, nonostante quello che evidentemente viene proclamato in generale all’esterno.
L’anno scorso abbiamo messo in scena, al termine dell’anno scolastico, lo spettacolo ‘S.O.S. Mary Poppins’ che voleva richiamare, nel titolo, un po’ l’idea della tata, quindi ‘SOS Tata’ la famosa trasmissione televisiva, su una trama che è quella dello spettacolo tradizionale del musical di Broadway di ‘Mary Poppins’, ma in chiave nettamente comica. I nostri spettacoli sono infarciti anche di alcuni piccoli siparietti che richiamano alcune sitcom televisive che il bambino, quando vede, ha il piacere di avere in qualche modo una riedizione e quindi noi abbiamo sempre messo dei riferimenti ad alcune trasmissioni. Per esempio la Famiglia Banks va a ‘C’è posta per te’ per cercare la nuova governante.
I bambini sono molto più attratti da quello che vedono tutti i giorni in televisione. La cosa impegnativa è che questi spettacoli sono stati fatti insieme ai bambini, abbiamo coinvolto tutte le classi della scuola elementare facendogli imparare delle canzoni e dei balli che sono stati coreografati nel musical e che potevano esibire davanti ai loro genitori. E a scuola abbiamo avuto il sostegno degli insegnanti, che si sono resi disponibili durante le ore di attività didattica, ad avere qualche genitore insieme per far imparare alcuni passi di danza piuttosto che qualche pezzo cantato.
Quanto tempo avete bisogno per preparare uno spettacolo? Come vi organizzate?
Sig. Cavalli: Uno spettacolo viene preparato nell’arco di sei mesi, un tempo veramente brevissimo, quindi ovviamente non si può neanche pretendere di arrivare alla perfezione e allo studio del personaggio singolarmente, quanto meno si cerca di fare del nostro meglio. Chiaramente lo spettacolo viene fatto alla fine dell’anno scolastico e si parte a dicembre, con una prova settimanale.
All’inizio abbiamo lavorato in due gruppi divisi, io seguivo la recitazione, mentre poi c’era una coreografa che seguiva i balletti, poi si passa alle due prove settimanali, però adesso siamo arrivati a tre perché oramai siamo in dirittura di arrivo.
L’anno scorso abbiamo scelto un copione che era molto impegnativo, ma che riguardava pochi personaggi, che facevano veramente tantissimo, mentre quest’anno abbiamo scelto un copione molto più soft, che però coinvolge tante persone, tutte in una piccola parte. In realtà si è dimostrato che è più difficile. Se io ho la parte principale sono molto responsabilizzato e studio molto a casa. Se ho una piccola parte studio meno. In realtà sto trovando grosse difficoltà di apprendimento e di studio, quindi intensifico le prove, almeno lì lavorano.
Quali sono le problematiche (di preparazione, organizzazione, tecniche o relazionali) che incontrate maggiormente?
Sig. Cavalli: Per nessuno è una professione. E’ chiaro che uno arriva a casa dal lavoro alle otto della sera, deve prendere il copione e andare alle prove. E’ vero che i fini dell’associazione sono quelli che abbiamo detto prima, è vero che noi siamo stati accusati da qualcuno anche di esibizionismo. Ritengo, sicuramente dicendo che è vero, che una persona che decide di andare su un palcoscenico, che muove un volume di soldi e di lavoro notevole, e che comunque raccoglie consensi da oltre 1.200 persone (quelle che c’erano all’ultimo spettacolo), è chiaro che se il giorno dopo lo spettacolo incontra qualcuno in paese che gli dà una pacca sulla spalla, chiaramente non può che fare piacere.
Oltretutto chiunque metta la propria faccia, alla fine vorrebbe fare una discreta figura, quanto meno, ripeto, gli obbiettivi è chiaro che sono quelli e sono imprescindibili e condivisibili da tutti quanti, ma è chiaro che un po’ di protagonismo a qualcuno viene.
Mentre al primo anno siamo partiti con molta più umiltà nel generale, poi qualche caratterino ha cominciato a emergere. Noi generalmente cerchiamo, in una sorta di casting, di fare una rotazione perché voglio valorizzare tutti quanti.
Dopo l’esperienza del primo anno che qualcuno aveva l’impressione che fossimo un gruppo chiuso, invece per noi è proprio il contrario, quest’anno abbiamo avuto new-entry con persone che sono veramente incredibili.
Capisci che dai qualcosa e smuovi in qualcuno la voglia di provarci.
L’aspetto divertente?
Sig. Cavalli: E’ fondamentale.
Sig. Pedretti: Se non ci fosse un risvolto divertente non ci sarebbe l’associazione. Noi ci siamo trovati perché abbiamo voglia di stare assieme. Se non ci fosse questo spirito probabilmente non potremmo reggere otto/nove mesi di prove.
I ‘PROMOSSI SPOSI': sceneggiatura, produzione esecutiva, coreografia, post produzione audio e luci, regia.
E’ qualcosa di molto serio. Non solo musical, ma anche arte, musica e qualche risata.
Cosa ci racconta di questa vostra rielaborazione?
Sig. Pedretti: Noi ci siamo cimentati con un testo impegnativo e ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni non costituisce un testo scolastico delle elementari. Ci siamo trovati a dover scegliere la trama di un romanzo assolutamente sconosciuto a questo tipo di bambini.
Abbiamo ripercorso nella nostra mente ‘I Promessi Sposi’ in chiave esilarante e comica, interpretati dal trio Lopez-Marchesini-Solenghi e trasmesso in televisione una quindicina di anni fa.
Certamente una comicità per adulti, allora noi abbiamo preso il testo con una sceneggiatura che collima con il romanzo originale, ma farcita di momenti di vita di paese, di canzoni e di balli sicuramente conosciuti dai bambini e che possono essere fatti anche insieme ai bambini. Il testo è molto godibile perché è reso divertente, non ossessionato dall’angoscia del romanzo di Manzoni in alcune parti. Ha un filo conduttore che il bambino può comprendere perché è facile e questa trama non è molto lunga, e il fatto di avere cinque canzoni e cinque balli ci dà la possibilità di alleggerirlo molto. Abbiamo voluto mantenere fede alla caratterizzazione storica e abbiamo noleggiato dei costumi d’epoca. E’ un romanzo storico ambientato nelle nostre terre e in alcuni punti sarà anche in dialetto con una traduzione simultanea, giocando nella velocità dei vari atti e soprattutto con una pletora di personaggi che coinvolgono tantissimi genitori. Al di là di Renzo e Lucia che sono i protagonisti, tutte le altre parti sono più piccole e danno la possibilità a tanta gente di potersi mettere anche in luce. Tutto è cantato dal vivo.
Perché ‘I Promossi Sposi’? Promossi solamente perché siamo nell’ambito della scuola, siamo a giugno, al termine dell’anno scolastico e visto che la nostra trama finisce bene e alla fine Renzo e Lucia si sposano, li promuoviamo e diventano ‘I Promossi Sposi’.
Una nota accattivante per invogliare le persone a venire a vedervi?
Sig. Pedretti: I bambini vengono perché ci sono i loro papà e le loro mamme.
Per lo spettacolo di fine anno si aspettano qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, ed è una cosa faticosissima. Io sto pensando che non possiamo tenere il ritmo di un musical ex-novo ogni anno, anche perché noi facciamo una prima che è un’ultima. Lo spettacolo è assolutamente aperto a tutti, l’ingresso è gratuito. È l’uscita che è a pagamento, nel senso che all’interno dello spettacolo, durante le pause, noi chiediamo di sostenere l’obbiettivo per cui abbiamo creato lo spettacolo. Al di là dei contributi che ci danno i commercianti, chiediamo anche agli stessi genitori, se piace lo spettacolo, uscendo di lasciare la loro offerta negli appositi contenitori e questo va ulteriormente ad alimentare quello il beneficio che poi diamo alla scuola.
Avete mai pensato di collaborare con altre scuole primarie?
Sig. Pedretti: Qui a Rescaldina c’è solo un’altra scuola primaria che ha un numero di bambini molto più limitato e dove, un po’ per la storicità della tradizionale mancanza di collaborazione, siamo arrivati ad avere due mondi un po’ distanti e ognuno va avanti sui suoi progetti. Si collabora con le scuole magari su progetti singoli di bambini, tra genitori poco.
Fuori dal nostro comune sinceramente non siamo ancora andati.
Sig. Cavalli: La cosa fondamentale è che la possibilità ci sarebbe, il problema è che manca il service, l’attrezzatura, le luci, quindi ovviamente appoggiandosi a professionisti esterni, viviamo comunque in una situazione dove i costi sono alti se vuoi avere un prodotto efficiente.
L’anno scorso abbiamo fatto un buon lavoro.
Se noi avessimo la possibilità di una sorta di teatro che ci ospita, noi saremmo in grado sicuramente di ripresentarlo anche ad un’utenza che è fuori paese, mentre qui per forza di cose ci limitiamo al nostro paese, ai nostri bambini e ai loro parenti a cui arriviamo in prima battuta.
Sig. Pedretti: Il limite del nostro impegno è proprio nel fatto di uno sforzo enorme per una rappresentazione, ci giochiamo tutto in quelle due ore lì, che venga bene o che venga male.
L’ultima domanda la lascio a lei: cosa si chiederebbe?
Sig. Pedretti: Mi chiederei : “Se noi siamo così apprezzati dalla gente che ci ha visto fino adesso, come mai non riusciamo, in qualche modo, ad andare oltre?” e la risposta è: “Perché siamo dei genitori-lavoratori, non siamo dei professionisti, non siamo autosufficienti e non siamo in grado di proporre un prodotto finito”.
Noi facciamo tutto questo come volontariato, quindi facciamo fatica ad accettare il confronto con dei fornitori ‘esterni’ dove tutto si gioca invece su un altro livello che è quello economico.
Nessuno ti viene incontro nonostante la tua finalità. Tutti capiscono la finalità, tutti si immedesimano in te, però non c’è nessuno che decide di fare le cose gratis come le fai tu. Non abbiamo ancora trovato qualcuno che ha sposato il nostro obbiettivo. Noi dipendiamo da tutti, da chi ci deve dare il palco, da chi ci deve dare le luci, da chi ci deve dare l’impianto voci, da chi ci deve dare i costumi. Certamente facciamo capire lo spirito con cui facciamo questa iniziativa, ma dall’altra parte ci sono ragioni di tipo economico.
Però è il rischio di un’associazione, se non fai niente certamente non sbagli mai.
Nessuno viene criticato per non aver fatto niente.
Associazione “GLI AMICI DEL MUSICAL” sede soc. Legnano (MI) Cod. IBAN IT 30 B 03204 33640 000000000892
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