A sei anni dall’ultima apparizione musicale, gli Eiffel 65 tornano sulla scena in quel dì Arconate. Una serata speciale, nel primo giorno di agosto, che ha visto la piazza gremita di giovani e famiglie rapite dalla voglia di dance… all night!
Nati nel ’98 con un nome del tutto casuale (Eiffel frutto della scelta di un pc, durante una ricerca in google, mentre il numero 65 inserito erroneamente), promettevano già nel panorama europeo e in seguito internazionale, basti pensare che negli States hanno venduto 3 mln di copie con “Blu Da Ba Dee“. Un trio formidabile quello formato dal dj Gabry Ponte, Gianfranco Randone e Maurizio Lobina, reso indiscutibilmente l’unione vincente con i singoli che tutti, me compresa, abbiamo cantato almeno una volta al karaoke, in macchina o chissà dove: “Viaggia insieme a me”, “Move Your Body” e ancora “Una notte e forse mai più“, la hit più recente (2003).
Qualche incidente di percorso, come spesso capita alle bands, ha portato alla rottura del gruppo con l’uscita di Gabry Ponte, quel dj pazzerello su cui non ci è dato conoscerne i dissapori con gli altri due musicisti che abbiamo incontrato nel backstage prima dell’esibizione. “Miraccomando, niente domande su Ponte”, mi sussurra il loro manager, Beppe. E allora sotto i flash e sfilate di pass, scendo le scale come quella bambina che ai tempi cantava le loro canzoni con i compagni di classe, prima di andare all’ora di ginnastica o durante le ricreazioni a scuola, quando “Voglia di dance all night” la sapevamo tutti e facevamo a gara per ricordarci le strofe. Ecco, i compositori di quella traccia li avevo davanti a me. Tali e quali, aggiungo.
Un filo di pancia in più per il siracusano dalla voce possente (Gianfranco) e in stile sbarazzino con cappello e occhiali scuri, come un vero giovanotto che non ha perso 20 anni dall’esordio, Maurizio Lobina. “E’ la prima volta qui ad Arconate e questa tappa apre una lunga serie prevista in estate”, introduce la voce pop, “dopo sei anni lontani dalla scena musicale e 12 dall’ultimo disco, ora siamo pronti a tornare con un singolo dal nome “Panico“. Un nome curioso che in espressione gergale utilizziamo per indicare situazioni o riferimenti con un “panico”! Una rinascita, dunque, che segna il ritorno del gruppo dance, come a scandire il nuovo ciclo temporale che però mai si scosta dallo stile che finora li ha contraddistinti nel mercato italiano e globale. Le loro tappe, tutte italiane, sono attese in una scaletta disponibile sul sito web eiffel65.com .
Cosa ne pensate del genere dance proveniente dalle nuove generazioni? “Sostanzialmente ci vorrebbero sì e no 2 ore per spiegare cosa ne pensiamo di chi fa musica oggi“, incalza il dj, “chi non ha voglia di fare, inventa… la produzione italiana “funzionicchia” perchè negli anni dalla Serie C siamo passati alla A, però c’è ancora molto lavoro da fare!”. Una risposta che la dice lunga sulla loro visione relativa alla rivisitazione dance (o simili) che si presta a suonare nelle discoteche degli anni 2000. Non condividono ma neanche criticano, gli Eiffel 65, piuttosto pensano a fare il sold -out in una piazza di Arconate che così colma e infuocata non s’era mai vista. A stento le transenne reggevano quei corpi accaldati, le cui mani battevano a ritmo delle loro hit: “Siamo solo noi” che ha fatto eco per un bis, prontamente intonato da Gianfranco stretto nella maglia nera con la scritta argento “Eiffel 65″.
La sua voce ha acceso le luci del campanile che ha girato le sue lancette per circa 90 minuti: un concerto strappalacrime, in cui le emozioni dei fans hanno riaffiorato ricordi, momenti, attimi. Baci strappati tra giovani coppie che magari sulle note di “Viaggia insieme a me“, si sono rivisti sul treno della loro prima vacanza insieme. Amori e storie mai nate, cantate con quella punta di malinconia, espresse nelle loro canzoni in cui niente va come potrebbe o vorrebbe andare, affidandosi completamente nelle mani del destino, come insegna “Una notte o forse mai più”.
La potenza dei loro testi è unica e libera, vissuta sulla pelle di tutte le generazioni che ancora sapevano vivere dentro l’espressione di una canzone, in cui ritrovarsi con un sorriso o una lacrima.
Le mani al cielo e gli accendini accesi sono stati un chiaro messaggio per gli Eiffel 65: tornate a farci emozionare!
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