‘UnFOLKettable Two’, è il nuovo episodio discografico di Nico Morelli, pianista e compositore. Dall’Italia alla Francia per amore del Jazz. Raggiunto il Jazzman via etere, ecco nelle parole, la sua musica.
Sul tuo sito web, oltre al primo piano che ti raffigura, ti presenti con le parole di Neruda: ‘Non c’è immensità che valga quanto abbiamo vissuto’. Frase intensa di una poesia colma di meditazione. Mi vien da dire:”Aria di musica, nota tra le note”, ricollegandomi ad ‘Amore mio se muoio e tu non muori’, perché con la tua musica catturi l’attenzione di chi ti ascolta, placando anche un po’ l’inquietudine che ognuno ha. Come si possono interpretare, le parole di questa poesia, nella tua intenzione di pianista e compositore?
la frase di Neruda l‘ho trovata da subito quasi scioccante. E’ riuscito in due parole a raccontare l’essenza della vita. Della vita al di là delle sue battaglie, delle sue contraddizioni, delle sue vittorie, delle sue sconfitte. La storia della vita di ognuno di noi conta più di ogni nostra lotta, di ogni nostra quotidianità complessa o bella che essa sia. E’ quello che resta di ognuno di noi. E così per me è la musica per un musicista. La mia musica è quel che resterà di me dopo il mio passaggio su questo pianeta e il mio compito da musicista è quello di fare in modo che la mia musica parli di me come essere umano, perché è quello che lascerò ai miei posteri.
Italia, Francia, Messico e Africa ti hanno visto partecipare ai più importanti festival internazionali. Pianista e compositore originale, di grande talento ed eleganza. Domanda d’obbligo: su quale palco vorresti farti trasportare dalle tue note?Forse può sembrare un paradosso, ma dopo aver suonato in così tanti posti del mondo e davanti a tanti pubblici diversi in realtà il pubblico che continua ad emozionarmi di più è quello di casa mia. Quando suono nel mio paese (Crispiano, provincia di Taranto) per me è sempre l’emozione più grande, forse perché sento di dover dare tanto a quei luoghi che tanto mi hanno dato nel periodo della mia formazione e crescita. Per cui il palco su cui vorrei suonare resta l’Italia. Più in particolare direi anche città come Bari, Roma e Milano. Bari è capoluogo della mia regione, la Puglia e sono almeno 30 anni che non ci suono con un mio progetto. Questo mi manca e non riesco a capirne le ragioni.
Da Taranto, tua città natale, sei emigrato in Francia, terra che mette in risalto le tue qualità e il tuo virtuosismo. Confermi che i grandi talenti fuggono da quest’Italia così ‘confusa’?
Il termine “emigrato” nel mio caso non so quanto sia vicina alla realtà, anche perché tutto è successo molto per caso e quando ci sono andato la mia intenzione non era certo quella di rimanervi così a lungo. Non confermo molto la fuga dei talenti. . . almeno per quel che riguarda la musica ed in particolare il jazz. In Italia ci sono jazzisti di grandissimo talento che restano a operano in Italia, e l’Italia resta uno dei paesi Europei fra i più attivi per quel che riguarda il concertismo e l’operatività stessa del jazz.
‘UnFOLKettable Two’ (Cristal Records/Puglia Sounds) è il tuo ultimo episodio discografico, dove il Jazz contemporaneo si fonde con la musica folk del Sud Italia. Se sei d’accordo darei un attimo spazio alla presentazione dei collaboratori, musicisti pugliesi di alto livello, ai quali ti sei affidato per la registrazione del tuo album…
Barbara Eramo (voce)
Conosco Barbara da almeno 30 anni. Eravamo ragazzini e già facevamo musica insieme quando entrambi vivevamo a Taranto. Poi lei molto presto è andata a vivere a Roma dove ha ottenuto i successi che meritava (non voglio parlare troppo di una sua vittoria del primo premio per la critica al Festival di Sanremo). E’ una cantante attiva nell’ambito della wordmusic con una cultura musicale impressionante e con una voce che mi emoziona da sempre.
Davide Berardi (voce e chitarra)
Davide è il più giovane fra i musicisti del disco. Un cantante, anzi un cantautore che sta ottenendo grande visibilità ultimamente grazie a suoi lavori discografici e premi della canzone italiana. E’ un musicista intelligente con una voce molto personale e profonda e che come basa la sua ricerca sui legami con il sud e con la musica popolare. Tra l’altro mi fa piacere menzionare il fatto che Davide è mio compaesano, di Crispiano (TA).
Raffaele Casarano (sax soprano)
Raffaele è un bravissimo artista/saxofonista della nostra Puglia, che negli ultimi anni sta tanto facendo parlare di sé e dei propri successi come leader nei suoi dischi ma anche come collaboratore con grandi musicisti internazionali. Basti citare le tournée nei progetti di Manu Katché e con Paolo Fresu che ne fanno un vero protagonista assoluto del nostro jazz pugliese. Oltretutto è riuscito a realizzare quel sogno difficilissimo di organizzare un Festival Jazz nel sud Italia, cosa complicatissima dalle nostre parti che ne fanno per certi versi un vero eroe dei nostri giorni.
Camillo Pace (contrabbasso)
Camillo è un musicista incredibile, capace di destreggiarsi in tanti ambiti e generi musicali dai più diversi. Dal Gipsy, alla Pop, al Rock e Funk. Suona di tutto e suona con tutti. E’ di sicuro fra i contrabbassisti più richiesti della nostra Puglia ed il segreto di questo risiede nel fatto che alla base è un gran contrabbassista, con un senso ritmico potente e con un suono ed una sicurezza che ha acquisito dopo tutte le sue innumerevoli esperienze.
Mimmo Campanile (batteria)
Conosco Mimmo da 30 anni. E’ stato ed è ancora un mio idolo. Le prime volte che lo sentivo suonare io ero un bambino che rimaneva estasiato a bocca aperta dai suoi soli e dalla sua bravura. Oggi ho l’onore ed il piacere di suonare con uno fra i più grandi batteristi che abbiamo in Italia che non smette di stupirci con le sue collaborazioni poliedriche, ma soprattutto con la sua capacità di adattarsi alla musica come pochi sanno fare.
Vito De Lorenzi (percussioni)
Fra i musicisti che hanno partecipato al disco Vito è sicuramente quel che conoscevo meno. Cercavo un bravo percussionista che conoscesse il suono delle percussioni pugliesi ma che avesse anche una cultura più aperta e fosse pronto a suonare altri stili, altri generi. Ci sono alcuni passaggi nel disco in cui possiamo ascoltare sonorità di Balafon, o percussioni sud americane. Senza contare il fatto che in altri brani ha dovuto chiaramente suonare come un batterista. Vito è stata la vera rivelazione per me in questo album. Un musicista capace di suonare tutto con competenza e cuore.
Direzione artistica Flavia Gervasi
Flavia è stata la “testa” di questo lavoro. E’ una musicologa dal curriculum lungo ed impressionante. Vive in Canada da qualche anno per insegnare nell’Università di Montreal. E’ la famosa persona giusta al momento giusto. Profonda conoscitrice dell’Universo folk pugliese è stata la partner ideale per lavorare sugli arrangiamenti e sui colori del disco e dei vari brani. Senza di lei l’album non sarebbe stato così omogeneo e coerente. Le devo molto.
‘UnFOLKettable Two’ è il seguito di ‘UnFOLKettable – Pizzica & Jazz Project’ del 2006. Inconfondibile l’affetto per le tue radici evidente nei titoli dei 10 brani, di cui 5 originali (Espi – Silicium – Pizzica Fattincasa – Un Buon Inizio – Danza Della Nebbia) e 5 della tradizione popolare (Tarantella Del Gargano – Lu Rusciu De Lu Mare – Sta Strada – Bella Ci Dormi -All’Acqua). Li presenti, magari dando maggior spazio alla sensazione che ha pervade il tuo istinto nel momento della scrittura?
Tarantella Del Gargano
Su questo brano mi son divertito a dare un interpretazione “iconoclasta” al ritmo della “tammorriata” trasformandolo addirittura in un ritmo cubano come il Tumbao. Niente di più lontano dalla versione originaria di questo brano della antica tradizione pugliese e niente di più lontano dalla nostra Puglia.
Lu Rusciu De Lu Mare
E’ un brano della tradizione folk. Ho sentito tante versioni di “Lu Rusciu” prima di prendermi la responsabilità di aggiungerne una “mia”. La musica popolare presenta una idea di “ripetizione” armonico/ritmica che ho cercato di “ri-lavorare”, “modificare”. . . . cercando di dare respiro, aprendo gli universi sonori proprio lavorando sulle armonie riproposte in maniera simmetrica in più tonalità. Ma l’elemento magico ed inaspettato di questo brano sono state le improvvisazioni delle due voci che dopo le esposizioni dei temi e dopo il solo del piano si intrecciano in maniera naturale e struggente, tanto da aver reso questa versione il brano che rappresenta tutto il lavoro stesso. Si veda la VideoClip che gira in YouTube.
Espi
Questo è un brano che non ho arrangiato a priori. Lo abbiamo costruito in studio io e Vito De Lorenzi. L’idea era quella di costruire insieme un ritmo attraverso un percorso che ci portasse in maniera naturale all’esposizione tematica della famosa Tarantella di Santu Paulu. Non c’era voglia di introdurvi alcun senso di “jazz”. Improvvisazione basata sull’ascolto reciproco. Abbiamo registrato penso 3 o 4 versioni e scelto quella che più somigliava a ciò che ci proponevamo.
Sta Strada
Anche questo è un brano della tradizione folk pugliese. E’ il brano più articolato, su cui mi sono divertito veramente a costruire un arrangiamento che forse è il più “sontuoso” di tutto l’album. Non a caso per registrarlo ci ha preso un sacco di tempo, tant’è che in studio sono andato un po’ nel panico, poiché vedevo che il tempo correva e non avevamo ancora terminato di registrarlo. In questo brano c’è veramente un esempio lampante di come ritmi jazz complessi e ritmi più tradizionali possano fondersi e “giocare” insieme in maniera uniforme e musicale. E’ un brano a cui tengo molto e sfocia in momenti anche Bluesy in un bellissimo intreccio fra i soli di pianoforte e del sax di Raffaele, che portano ad una conclusione originale del brano.
Silicium
Questo è un mio brano, che considererei il momento più “Jazz” dell’album. Raramente mi capita di concepire una composizione alla stessa maniera di un’altra. Ed in questo caso il brano si è sviluppato da un idea armonico/ritmica di un Fa minore, che non so perché mi affascinava da un po’ di tempo. Direi anni. E’ un brano che devo aver avuto in gestazione per molto tempo e si è concretizzato in questo album. Ho prima scritto tutta la struttura armonica che è molto semplice, poiché verte su pochi accordi; Dopodiché ho costruito una linea melodica del tema direi molto “sensuale” che viene eseguita all’unisono fra Sax e Piano. Questo brano ha un colore che nel disco mancava, che è jazz ma allo stesso tempo si sposa bene con gli altri brani che lo sono meno. Mi verrebbe da dire che è uno sguardo sul jazz visto dalla prospettiva di una città pugliese o una spiaggia salentina.
Pizzica Fattincasa
Mi verrebbe da dire che questa mia composizione è uno scherzo, un gioco un po’ curioso che prende in prestito i ritmi della musica folk pugliese e ci distende su una melodia articolata e complessa eseguita in maniera vorticosa da sax e pianoforte con l’aggiunta di spazi solistici liberi e dal linguaggio prettamente jazz. E’ stato molto divertente registrarlo con Raffaele e Vito ed il risultato è un turbinio di idee a velocità vertiginose il tutto suonato con grande energia e partecipazione emotiva.
Bella Ci Dormi
Brano della tradizione folk pugliese, forse il brano più romantico del disco. Anche qui ho voluto lavorare sull’elemento della ripetizione tipico della musica popolare sfaldando, distruggendolo, per creare un brano totalmente nuovo ed una versione che si differenzia molto da tutte quelle ascoltate finora. A parte gli elementi dell’arrangiamento sono le voci gli elementi coloristici che impreziosiscono questa interpretazione. Difficilmente avrei potuto scegliere due voci più evocative ed emozionanti come quelle di Barbara e Davide.
All’Acqua
E’ l’arrangiamento in chiave “Metheniana” di una canzone della tradizione popolare pugliese. C’è un sentimento evocativo e ripetitivo suonato su un ritmo latino, direi messicano. Anche qui l’idea di accostare intenzionalmente ritmi lontani fra di loro nasce dalla mia curiosità di mettermi in gioco e provocare contrasti musicali che possano dar luogo alla nascita di nuove idee, rivedendo i brani da altri punti di vista.
Un Buon Inizio
E’ una mia composizione un po’ “sbarazzina”, che mi serviva per stemperare la drammaticità dei brani precedenti nell’Album. E’ basata su un gioco ritmico fra batteria e percussioni, il tutto su solo due accordi, tipico parafrasare della musica tradizionale, ma il tutto con un linguaggio più vicino al Jazz. La novità in questo brano è l’uso del suono del Fender Rhodes, che per me rappresenta la prima volta in un mio album.
Danza Della Nebbia
Questo brano è una mia composizione, ed è fra i brani che più mi fa piacere ascoltare nell’Album, tant’è che mentre ti rispondo ho colto l’occasione per riascoltarlo. E’ un brano modale in 11/4 molto evocativo. Già l’inizio vede sonorità quasi Tibetane evocate dal sax e dalle percussioni, seguite poi dall’entrata del piano con una linea dei bassi che costituisce l’ossatura del brano stesso. Mi evoca un immagine suggestiva fra minore e maggiore della melodia. . . . come un momento nebuloso di un alba pugliese. . . . prima che arrivi il caldo impietoso della nostra estate.
Stai preparando il tuo primo album in piano solo. Come stanno andando i lavori?
Devo dire bene, anche se l’uscita di “UnFOLKettable Two” mi ha fatto rallentare un po’ poiché devo occuparmene. E’ un album un po’ particolare poiché sebbene si tratta di piano solo in realtà solo non sarò. Ma non so se è una buona idea svelarne già da adesso le caratteristiche, mi piace lavorare sull’effetto “sorpresa”. Dirò solo che mi sta entusiasmando molto e non vedo l’ora di entrare in studio.
Recentemente hai collaborato con Emmanuel Bex e Mike Ladd, senza dimenticare Marc Johnson (contrabbassista di Bill Evans) e, tra le tue tante collaborazioni, ci tengo a citare Paolo Fresu. Sicuramente tutti avranno lasciato un segno al tuo bagaglio professionale, ma credo anche uno indelebile a livello personale. C’è forse una sensibilità spiccata nei Jazzman, che va un po’ oltre quella che è la realtà, leggendo tra le righe, in questo caso del pentagramma. Del resto il tuo modo di suonare incanta, e disincanta solo quando termina il brano, in attesa di quello successivo. Cosa vuol dire, per Nico Morelli, comporre e suonare?
Comporre significa creare una forma, un contenitore, un ambito, un pretesto, una casa che riempirò di mobili. . . ed i mobili sono rappresentati dal suono del mio pianoforte e dalle frasi che con esso vi suonerò improvvisando. E’ molto vicino al lavoro di un pittore. Dove per composizione si intende il tema che il pittore sceglierà e dove i colori sono le note che deciderà di mettervi dentro.
Quando potremo vederti in tournée, magari in Italia?
Abbiamo ufficialmente iniziato la tournée il 24 Settembre con una data nel Festival Francese di Thezy. Il disco è stato prodotto in Francia dalla casa discografica Cristal Records con il supporto però dell’italianissimo organismo “PugliaSounds” – Seguiranno i concerti in Italia, ma che al momento mi è difficile stabilire con esattezza.
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