Lunedì 14 Gennaio prende il via il ristorante ‘Nutrymento’ che basa la propria cucina su una filosofia naturale. Ci può spiegare meglio il termine ‘naturale’?
Noi abbiamo usato questa modalità di ‘naturale’ perché non volevamo fare la nicchia, non volevamo creare un ristorante vegano, ma volevamo invece aprire un ristorante per i carnivori.
Abbiamo cercato di trovare una modalità di nutrirsi per stare bene, che sia riconosciuta, perché se uno nel suo stile di vita mangia cibo buono, anche la vita di conseguenza migliora.
Naturale perché tutto quello che utilizziamo è freschissimo prima di tutto, è biologico e viene preparato come facevano una volta. Ad esempio i fagioli e i ceci vengono messi a bagno la sera prima, non abbiamo niente in scatola e non usiamo conservanti. Ecco, il naturale è riferito più che altro a questo.Abbiamo cercato di creare un locale naturale utilizzando materiali naturali, cercando di riciclare tutto quello che abbiamo trovato in questo locale. Col pavimento abbiamo fatto le panche e le porte, i tavoli sono stati fatti con i bancali, le sedie recuperate qua e là nei mercatini. Anche i muri sono stati trattati con calce e cera, non c’è niente di sintetico.
Abbiamo cercato di fare un locale eco-sostenibile.
Essere vegetariani o vegani è la moda del momento o siamo arrivati oramai alla saturazione di ‘conservanti & C.’ e la gente ne sta prendendo atto?
Io credo che era una moda qualche anno fa, adesso no, non penso proprio.
La gente cerca veramente di tornare a mangiare bene e sano.
Da un post del 2 Marzo sulla vostra pagina Facebook dichiarate: “…da Nutrymento si può trovare cibo di altissima qualità che armonizza il vostro corpo…”. Come avviene questa reazione?
Noi oltre che avere il cibo biologico cerchiamo anche di fare delle combinazioni energetiche, per esempio la verdura viene tagliata in un certo modo proprio per una questione energetica.
Abbiamo pensato di completare il nostro menù specificando le calorie.
Le nonne ‘vecchio stampo’ insegnano che si possono prevenire certi malesseri mangiando determinati alimenti piuttosto che altri. Qual è la sua opinione in merito?
Concordo pienamente.
Sassi, pietra, legno recuperato, una parete con specchi e ‘fette’ di albero per un effetto bosco, una cucina a vista. Ci troviamo in un locale da catalogo: essenziale ma ricco. Com’è nata, e da chi, quest’idea?
Questa idea è nata da me e da Alberto perché volevamo fare qualcosa per noi e anche per gli altri, volevamo metterci in gioco e in un momento come questo, quando tutti pensano alla crisi, noi abbiamo deciso di non lamentarci e di dare l’esempio. Cercavamo un’idea, un progetto, e siccome noi abbiamo la passione della cucina naturale, perché siamo convinti che ‘mangiar bene fa bene’, abbiamo deciso di aprire questo ristorante. E’ nata così, non dico per caso perché è stato un susseguirsi di eventi, di cose cercate e volute.
Il seminterrato sarà adibito ad area conferenze e degustazione vini.
Può essere uno stimolo per avvicinare le persone alla cucina naturale?
Si, in questo locale non vogliamo offrire solo cibo per il corpo, ma anche per la mente e per le emozioni. Questo locale è bello, ma è stato voluto bello, perché uno quando mangia deve anche stare bene, in un luogo confortevole. Volevamo un locale semplice, ma anche raffinato.
Una ricerca ha stabilito che ad essere vegetariani sono più portate le persone col gruppo sanguigno negativo. Pensa sia una questione di DNA? Cosa pensa in merito?
Io penso che qualcosina sia vera e che ci sono delle predisposizioni. Quello che vedo è che le donne sono le nostre maggiori clienti, sono portate di più per questo tipo di cibo, e non è legato a una questione di linea. Pensano di più a stare bene.
Cosa pensate degli onnivori?
E’ una possibilità. Questo locale nasce per loro, non per i vegetariani o per i vegani.
Usate materiali riciclati? I detersivi sono bio?
Usiamo detersivi bio per pulire. Purtroppo per la lavastoviglie non ne abbiamo ancora trovato uno valido, che dia un buon risultato. Per il resto tovaglioli e tovagliette, le vaschette per il take-way, le forchettine e tutto quello che è possibile usare con materiale riciclato, si.
La pagina di Nutrymento su Facebook ha ricevuto un boom di like nel giro di pochissimo tempo. Soddisfatti? Ve lo aspettavate?
Aspettavamo no, soddisfatti certo, molto.
Abbiamo un bravissimo grafico che si occupa della pagina e gestisce anche il sito che a noi piace molto. Quello che è piaciuto molto è la novità e le persone hanno recepito che finalmente è arrivato qualcosa da la possibilità di alimentarsi in modo corretto.
Le persone che vengono in questo locare, arrivano da fuori Varese, ma come tutte le cose “non si è mai vincitori in patria”, ma noi non perdiamo le speranze. Vogliamo che proprio le persone di qua vengano a mangiare, sopratutto nella pausa pranzo.
Tra l’altro abbiamo scelto questa modalità di self-service per una pausa pranzo veloce, leggera, equilibrata e nutriente.
Progetti futuri?
Noi vorremmo creare altri locali così, l’idea è quella di non fermarci con Varese.
Stiamo cercando le modalità perché questo tipo di cucina è lunga da preparare ed è impegnativa. Stiamo cercando di ottimizzare questa lavorazione e di renderla più veloce e riproducibile, mantenendo la qualità, perché la qualità non deve mancare, non congeleremo e non surgeleremo mai niente.
L’ultima domanda la lascio a lei: che cosa si chiederebbe?
Ultimamente ho chiesto molto a me stessa. Abbiamo chiesto molto a noi stessi.
Questo è stato un progetto impegnativo in tutti i sensi. Vorremmo raggiungere il più possibile la gente con questo nostro obbiettivo, dando la possibilità alle persone di stare bene nutrendosi con un’alimentazione diversa che non è quella ordinaria. Infatti il self-service è nato per dare la possibilità a tanti, velocemente, di nutrirsi bene. Quindi condividere con il più alto numero di persone, e renderli consapevoli che alimentarsi così fa bene, ed è reale, perché non sono nostre parole, ma sono parole dei clinici. Ci sono persone che confermano che alimentandosi così si ha un’altra energia, che nel pomeriggio non si ha una pesantezza, si ha una presenza mentale differente e anche fisicamente il nostro corpo si comporta in una maniera diversa. Ecco, il poter raggiungere il più alto numero di persone, questa è una cosa che a noi piacerebbe molto poter fare, ed è l’obbiettivo, ci riusciremo, è la tempistica in Varese per cui non abbiamo ancora capito come poterlo fare.
Anche se ci dicono che per il periodo di gennaio/febbraio abbiamo lavorato bene.
Le persone sono aperte a questa tipologia, lo desideravano un posto così, quindi io credo che ci riusciremo.
Adesso c’è la soddisfazione di essere riusciti a farlo, a partire, ora c’è l’altra sfida che è quella di renderlo attivo, vivo, pieno di gente, per poter trasmettere loro questo messaggio.
Il miglior biglietto da visita è il passaparola…
Il passaparola noi l’abbiamo visto, vengono persone mandate da altre, è che è lento, forse noi abbiamo una velocità un pochino più alta e vorremmo arrivare più in fretta agli obbiettivi, ma ci sono dei tempi che non possiamo oltrepassare come velocità.
Però come dice lei il passaparola ci dà degli ottimi risultati, perché tutti veramente ci confermano che quello che mangiano e il posto, c’è, e lo ripetono; abbiamo persone mandate da altre, da conoscenti, il passaparola funziona.
Probabilmente con l’arrivo della primavera ci sarà un riscontro diverso.
Perché a Varese?
Perché noi siamo di Varese ed è una città bellissima, anche se un po’ chiusa, un po’ sui suoi binari.
A Varese non c’è moltissimo, però se nessuno non fa nulla i varesini se ne vanno, quindi noi cominciamo a fare qualcosa, cominciamo a richiamare le persone di Varese. Ecco perché il progetto innovativo è veramente di impatto, proprio per cercare di smuovere, di incuriosire.
Varese è una bella città e noi ci crediamo.
E’ una sfida nella sfida.