Nell’intervista di Maggio scorso ho definito Aron Corti “l’espressione della sei corde”.
Avevo forse percepito giusta la tua passione viscerale per la chitarra. Da qualche mese è nato un progetto dove, a far da protagonista, è immancabilmente la musica. ‘STREET GUITAR dal blues alle sue molteplici evoluzioni’ è l’idea che ha preso forma. Di cosa si tratta?
“L’espressione della sei corde” è una definizione che mi onora tantissimo.
L’idea di “street guitar” arriva dalla musica che ascolto e mi appassiona maggiormente, musica che ho suonato e studiato non solo dal lato tecnico, ma anche dal lato espressivo e umano. Questo corso vuole essere un viaggio nella musica popolare americana in tutte le sue espressioni più significative: blues, country, Funky, soul e le influenze che hanno dato alla musica che ascoltiamo oggi. C’è una frase che racchiude il vero significato di ciò che la street guitar rappresenta: “Impara tutto sulla musica e sul tuo strumento, poi dimentica tutto sia sulla musica che sullo strumento e suona ciò che il tuo animo detta.” Charlie Parker (29 agosto 1920, 12 marzo 1955)
Terrò i corsi alla scuola di musica Music World di Oggiono, in collaborazione con il negozio di strumenti Soundsgood che oltre ai normali corsi di strumento offre anche altri master di chitarra e basso. Invito tutti gli appassionati e gli interessati a venirci a trovare!
Ecco i contatti:
info@associazionemusicworld.it
www.Facebook.com/MusicWorld.it
aron.corti@gmail.com
Quale tipologia di corsi troviamo?
Premettendo che i corsi in questione sono professionali, ho deciso di affrontare due diverse aree di interesse: il primo corso, street guitar, è basato sulla vecchia scuola blues, Funky, country e soul. Si può affrontare con chitarra acustica o elettrica e vi si studiano l’armonia, la tecnica e la ricerca del suono nelle mani. L’altro corso, che ho chiamato “master chitarra stoner, alternative, psychedelic rock” ha sempre come presupposto la padronanza di ottime basi della vecchia scuola, ma con uno sguardo rivolto allo studio dei generi più moderni maggiormente influenzati da essa, la ricerca del suono, l’uso delle armonie, l’effettistica e l’amplificazione.
Come si differenziano dalle classiche lezioni di musica?
Street guitar vuole trasmettere un modo più naturale e spontaneo di approcciare lo studio di questo strumento e di questi generi; questo riguarda sia la parte pratica che teorica. Come insegna la storia del blues, che veniva suonato in modo spontaneo e in cui la tecnica e l’armonia erano strumenti per trasmettere sensazioni, sentimenti e raccontare esperienze di vita. Questo non vuol dire che lo studio delle tecniche e delle armonie passerà in secondo piano: si imparerà ad improvvisare, leggere e interpretare questi generi facendo sì che suonarli diventi una cosa naturale. Nei miei anni di studio e ricerca ho conosciuto molti musicisti di strada e ho sempre notato la loro naturalezza nell’eseguire brani anche molto complicati; questo mi ha portato a cercare di capire come fosse possibile avere questa naturalezza e devo dire che dopo anni sono riuscito a carpire i segreti di questo modo di percepire la musica. Vorrei portare, chi con me affronterà questo metodo, ad interiorizzare questi generi senza porsi nessun limite.
A chi sono rivolti?
I corsi sono rivolti ai chitarristi di tutte le età che già possiedono una conoscenza di livello medio dello strumento, che amano e vogliono approfondire questi generi. I requisiti più importanti sono impegno, tanta voglia di suonare e l’avere il coraggio di lasciarsi andare.
Ti aspetti un feedback dalle persone che partecipano ai corsi?
Quello che vorrei da chi segue questi corsi è che in brevissimo tempo inizi a scrivere la propria musica e che sviluppi un modo di suonare unico e personale. Non serve essere copia di nessuno, ma solo imparare dagli altri per migliorare se stessi.
Ti è vietato rispondere ‘si, la musica': c’è un punto cardine nei tuoi progetti?
Il vero punto cardine di tutto il mio lavoro di insegnamento è riuscire a far tirar fuori quello che si ha dentro, il cosiddetto “suonare con lo stomaco”. Voglio far capire che tecnica e teoria non bastano per creare musica, ma che è importante scavare dentro noi stessi, perché ognuno di noi è unico e unica può essere la sua musica.
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