Danilo Guido
Etichetta discografica: NSJ
Anno produzione: 2019
di Stefano Dentice
Essere assorti nei propri pensieri, scavare a fondo nella propria interiorità, in balia di sensazioni forti e contrastanti che, con una certa urgenza comunicativa, si disvelano attraverso le note. The breath of soul è la nuova creatura discografica data alla luce dall’ardimentoso e poliedrico clarinettista/sassofonista Danilo Guido, autore di otto brani originali, in clarinetto solo e sax (tenore) solo, ma in Half double addirittura alla prese con clarinetto e sax contemporaneamente, scaturiti dalla sua lodevole fertilità compositiva. Lonely wolf si apre con un’intro in cui Guido, al sassofono, utilizza la tecnica dei multiphonics. Il suo incedere è denso di pathos, locupletato da una savia e ammaliante gestione della dinamica e da una vasta esplorazione timbrica del suo strumento, passando da growl, acuti e multifonici, con naturalezza e padronanza strumentale. In Train of happiness (ancora al tenore) la sensazione è quella di una rincorsa (a tratti apparentemente affannosa) alla felicità. Qui l’eloquio di Danilo Guido è fluente, adamantino, solare, sempre cangiante e ricco dal punto di vista timbrico. Il climax di Half double è meditativo, soprattutto nelle misure iniziali. L’effetto nel suonare clarinetto e sax simultaneamente, in particolar modo in apertura di brano, è davvero maliardo. Poi la composizione si snoda tramite un vibrante solo di sax tenore, adornato da un suono riscaldante e da fugaci cenni di inebriante outside phrasing. The breath of soul, album policromatico sotto l’aspetto stilistico, rappresenta una sorta di caleidoscopico contenitore di sentimenti, manifestati in musica attraverso uno spirito narrativo e descrittivo profondo e genuino.
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